Invece di aggiungere didascalie e informazioni a ciò che vede la fotocamera del cellulare o del tablet, come nell’augmented reality, l’idea di Marco Marchesi e del gruppo guidato dal professor Bruno Riccò è di aggiungere a storie disegnate per il tablet quello che vede la fotocamera. Per arricchire le storie e i disegni. E la chiamano augmented graphics.
Avviene per esempio che una storia proceda come un fumetto ma poi il lettore debba trovare un oggetto per proseguire e lo individui con la fotocamera. Il sistema lo riconosce e consente di andare avanti con la storia. Finisce che può essere un gioco o un product placement o un arricchimento intelligente della comunicazione tra l’autore e il lettore.
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