Sto leggendo un sacco di libri, un po’ per curare l’eccesso di esposizione alla rete e soprattutto perché è bello. Oggi ho finito il libro di Guido Vetere: Intelligenze aliene. Linguaggio e vita degli automi, Luca Sossella Editore 2025.
Ecco tre motivi per leggere il libro di Vetere:
1. Regala un quadro informativo su tutta la vicenda dell’intelligenza artificiale generativa, partendo dalle basi della filosofia del linguaggio e arrivando a spiegare con una certa chiarezza concetti che tutti noi abbiamo sentito molte volte senza capirli fino in fondo: attenzione, parametri, addestramento rinforzato, allineamento. Questi capitoli del libro meritano una lettura attenta. E poi una seconda lettura ancora più attenta. Non è un manuale tecnico, ma consente un passaggio culturale importante, per i non addetti ai lavori: da una serie di nozioni appiccicate, ottenute per sentito dire qui e là, si passa a una conoscenza piuttosto solida e strutturata.
2. Spiega in modo altrettanto chiaro che non si si può aspettare di poter imporre ai modelli di rispettare il copyright, la privacy o di garantire che non avranno allucinazioni. «Qualsiasi cosa sia scritto nei testi con cui è costruito, in un modello linguistico non ci sarà mai il vero o il falso, ma solo il probabile». Con questo genere di situazione occorre fare i conti. E nel contesto storico che si sta sviluppando nei media da una ventina d’anni, siamo di fronte meno a un’emergenza etica che a un’emergenza epistemologica.
3. Elimina un po’ di paranoia sulle conseguenze dell’AI e aggiunge una prospettiva realista. Questi modelli non se ne andranno. Il punto non è di introdurre elementi di morale nel modo in cui è fatta l’intelligenza artificiale generativa. Il punto è di discutere le relazioni tra gli umani, da soli e in società, e le intelligenze artificiali. E per esempio c’è da tener conto dell’impatto che può avere in un paese come l’Italia: in tutto il mondo sembra che l’AI possa indurre in tentazione di abbandonare un po’ di competenze linguistiche, lasciandole in outsourcing alla macchina, ma in Italia dove una larghissima parte della popolazione è analfabeta funzionale, questo può essere devastante. Come diceva Tullio De Mauro, uno dei maestri di Vetere: «La competenza linguistica è il requisito fondamentale della cittadinanza».
Si parla di questo libro a Spazio Sette a Roma, martedì 25 alle 18:30. Sarà presente l’autore, Maurizio Lenzerini e Mario De Caro.
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