L’alfabetizzazione è stata nell’epoca industriale un fondamentale obiettivo della politica nazionale. La scuola ha costruito il senso del servizio pubblico e ha favorito la crescita di società coese, dunque capaci di svilupparsi coerentemente con la prospettiva chiarissima di quel periodo storico. Oggi che la prospettiva è meno chiara anche l’alfabetizzazione è passata, purtroppo, in secondo piano: perché la struttura nazionale perde centralità rispetto alle dinamiche sovranazionali, perché l’industrializzazione non è più la prospettiva economica dei paesi occidentali (anche se l’industria ne è ancora, come del resto l’agricoltura, una colonna portante) e perché l’epoca della conoscenza richiede capacità e linguaggi diversificati. La società di minoranze nella quale viviamo è anche una società dispersa in una quantità di linguaggi e di saperi non abbastanza “interoperabili”.
Secondo Michell Zappa l’alfabetizzazione ai linguaggi informatici potrebbe diventare il nuovo centro aggregante dei saperi nella società che affronta il cambiamento in atto. I benefici per Zappa sono legati sia alle skill necessarie alle vicende professionali, sia alla libertà umana nei confronti degli strumenti che si vanno costruendo:
“Our best minds are being applied to developing systems whose actions we no longer understand and we are rapidly becoming a species developing tools whose output we do not understand”.
Zappa pensa alla finanza algoritmica: una sorta di Frankenstein che sembra essere andato oltre il controllo degli umani. (Pezzo raggiunto con mz via Giuseppe Granieri).
Commenta