Un sistema complesso non è un sistema difficile: è un sistema nel quale ogni elemento interagisce con ogni altro e coevolve in maniera non facilmente prevedibile con gli altri elementi. Ma di certo la complessità non appare come un mondo lineare nel quale ciascuno sa esattamente che cosa deve fare. Per questo ci sono delle strategie, basate sull’esperienza.
La strategia della banalità è troppo diffusa. Nega la complessità e riduce la risposta a slogan orientati a ottenere consenso immediato solleticando i preconcetti più noti e meno profondi.
La strategia della facilità è basata sulla tecnologia che non ostacola l’utente, perfettamente adeguata alle sue capacità acquisite e al tempo che può dedicare alle operazioni da fare.
La strategia della semplicità discende dalla comprensione della complessità e dalla scoperta degli elementi essenziali sui quali appoggiare un’azione.
La semplicità è difficile, si potrebbe dire: ma è l’unica che abbia un vero connotato strategico. La banalità è tattica, la facilità non persegue uno scopo. La pratica della banalità presuppone un contesto di significati immobili: è un freno all’innovazione. La tecnica della facilità accelera le operazioni ma non si interroga sul loro senso. La cultura della semplicità è fondamento di innovazione e costruzione di significato.
Vedi anche:
Fabrizio Napoli:
Riduzione della complessità ed ecologia dell’informazione.
Da questo blog:
Per un’ecologia dell’informazione. Inquinamento e consapevolezza
I commons e l’ecosistema dell’informazione: eden, utopia e mondo reale
Ecologia dell’attenzione
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