A Cracovia per una discussione sull’innovazione nell’informazione scientifica. Si scopre che la scienza può fare molto per spiegarsi meglio, ma i media possono apprendere dalla scienza l’importanza del rispetto di un metodo standard per raccogliere e valutare le informazioni. Il programma.
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Organizzazione: Atomium Culture.
Nuria Molinero, direttore delle comunicazioni della Fundaciòn Espanola para la Ciencia y la Tecnologia. Lavora per migliorare la qualità dell’informazione che i media tradizionali diffondono sulla scienza, collegando i giornalisti agli scienziati per aiutarli a controllare i fatti. Di solito questo avviene sui temi per i quali non c’è fretta di pubblicare, perché richiede tempo.
Lydia Aguirre, vicedirettore di El Paìs, la concorrenza dei nuovi media sociali ha conseguenze pesanti sui media tradizionali. La loro condizione economica è oggi in chiara difficoltà. I giornali hanno moltiplicato gli sforzi per rispondere alla sfida. Fanno molti mestieri in più, per lavorare su tutte le tecnologie, controllare tutti i dati, aggiustare le notizie ai diversi media. Internet è stata la migliore cosa che è successa al giornalismo dall’introduzione del primo emendamento. Il nostro pubblico è cresciuto molto. In questo contesto abbiamo scoperto che le informazioni sulla scienza sono molto gradite dal pubblico. Le notizie sulla scienza vanno sempre in testa alle nostre classifiche.
Ho sostenuto che:
1. l’informazione gratuita che i cittadini, gli scienziati, le organizzazioni stanno diffondendo in rete non è la causa della crisi dei media tradizionali, ma è una forma di concorrenza; il punto di forza è la quantità di argomenti che i cittadini possono coprire con modelli di business molto meno costosi
2. il problema dei media tradizionali è cogliere i segnali costruttivi di quella concorrenza e innovare, scegliendo tra contrastare i nuovi media o allearsi con essi, cercando di fare simbiosi sulla base di un punto di forza da coltivare, come per esempio il servizio di controllo delle notizie
3. se i media tradizionali hanno un ruolo di autorità e controllo dei fatti e se non sono fedeli a questo ruolo perdono credibilità e perdono la possibilità di seguire costruttivamente la strategia dell’alleanza e si devono necessariamente porre come nomici della rete; ma in questa strategia probabilmente perdono, perché la rete continua a crescere
4. i media devono dunque recuperare un autentico ruolo di qualificazione delle informazioni anche ridiscutendo il metodo che seguono per trovare e pubblicare le notizie
5. l’esperienza dell’epistemologia, sofisticatissimo pensiero che ha aiutato la scienza a crescere, può servire ai media per sviluppare un metodo di ricerca più chiaro e affidabile; se il metodo scientifico – o una consapevolezza migliore intorno al metodo dei dati, le ipotesi, le teorie, la verifica ecc… – si diffonde nei media, anche per la scienza ci sarà più comprensione da parte dei media e maggiore e migliore copertura della scienza. Imho.
Il caso dei neutrini ha dimostrato che siamo ancora indietro in tutto questo, salvo che su un punto: il social media ha saputo reagire subito alla gaffe della ministra. Il fact checking che ne è seguito è stato molto costruttivo sia per i giornali, sia per i social media, sia per gli scienziati.
Per la ministra non sembra aver accelerato la curva di apprendimento. Ma questa è un’altra storia.
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