Discussione intorno a da una colonna di Walter S. Mossberg dedicata a True/Slant. Il modello di business del sito di informazione è innovativo, dice Mossberg, perché paga i giornalisti in ragione delle pagine viste e ammette blogger pubblicitari nell’aggregatore.
Si può discutere se questo sia innovativo, ma è interessante l’obiezione di Paul Boutin che dice più o meno: ho guardato il sito, non ci ho trovato nulla da leggere, e mi domando che cosa ce ne facciamo di un modello di business innovativo se i contenuti sono poco innovativi?
Mossberg è di solito concentrato sulla tecnologia. Ed evidentemente pensa al nuovo giornale come a una tecnologia, senza pensare a come viene utilizzata perché in fondo si limita a offrire l’opportunità di utilizzi intelligenti o stupidi.
Ma nel settore dei giornali – e in generale delle attività che più o meno hanno a che fare con la produzione culturale – i mezzi, i messaggi, i modelli di business vanno presi come un insieme integrato, i cui elementi non possono essere troppo incoerenti tra loro.
Il problema è che se ci si concentra solo sulla piattaforma, nei giornali, non si va da nessuna parte: non serve difendere la carta, sostenere internet, immaginare la crossmedialità, se non si lavora contemporaneamente anche alla cultura dei giornalisti, alla qualità dei contenuti, alla innovatività del percorso culturale che i giornali decidono di intraprendere.
Nessuno di abbona a un decoder, dicevano a Canal+. E qui diciamo che il giornale non è la sua carta. Ma adesso vale la pena anche di dire che quello che tutti noi vogliamo è semplire: vogliamo accedere a piccoli o grandi frutti dell’intelligenza per vivere meglio. Ovunque si trovino sono i benvenuti.
Le mie riflessioni (http://www.maxkava.com/2009/04/giornali-inutile-insistere-solo-sulla.html):
Il percorso deve essere parallelo: il binario della tecnologia e il binario dei contenuti. Spesso pensiamo che il binario dei contenuti sia già quello giusto, che i giornalisti siano già pronti e che in fondola crisi dell’informazione possa essere risolta solamente trovando un modello di business diverso.
Niente di più sbagliato. Al di là delle polemiche (si veda ad esempio quella delle foto finte pubblicate da Corriere.it), è che se non si cambia l’atteggiamento dei giornalisti nessuna nuova piattaforma, nessuna tecnologia potrà salvare il mondo dell’informazione dal declino.
Non può, nel mondo dell’informazione, esistere un modello di business che non tenga conto della qualità dell’informazione stessa. quanti se ne sono accorti?
Segnalo a questo proposito un interessante spunto di Peter Gomez.
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/04/10/i_ragazzi_del_coro.html
Ciao, oltre al post già segnalato ti segnalo anche un articolo di Shirky, riassumibile in “non servono giornali, servono giornalisti” (http://www.maxkava.com/2009/04/non-servono-giornali-ma-giornalisti.html)