Mi pare che vada visto il rapporto di Symbola sulla pubblica utilità. Siamo in un territorio da esplorare che non è originato dal mercato o dallo stato ma dalla comunità che sa manutenere i suoi beni comuni. Ma in un senso allargato a quanto serve per entrare nell’economia della conoscenza. Tanto per fare un esempio, siamo nel territorio di internet che è un bene della comunità che ha bisogno di chi la difenda dal rischio di essere ipersfruttato da compagnie private che tendono a vederne solo parzialmente il valore di bene comune. La dimensione pubblica in questo senso potrebbe richiamarsi alla proposta contenuta nella Dichiarazione dei diritti in internet secondo la quale le piattaforme dovrebbero essere interoperabili. Il servizio pubblico della Rai potrebbe a sua volta ispirarsi a questo problema per offrire una difesa della dimensione pubblica di internet. E così via. Ma queste idee sono una vista molto parziale del rapporto di Symbola, che secondo me va letto.
26/10/2017 11:31
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