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Fuori pista

In Italia c’è fin troppa libertà di stampa“, diceva. C’è anche fin troppa libertà di dire balle. E di depistare

L’Fnsi si muove. La privacy non si difende limitando pericolosamente la libertà di stampa. Rodotà scrive di diritto di informazione e di cultura. 
Forse diventerà sempre più importante studiare il nuovo servizio di Reporters sans Frontières. E molti considereranno sempre più importante conoscere il funzionamento di Wikileaks.
Ma è chiaro che la storia, oggi, chiede al pubblico attivo capace di condividere notizie e informazioni liberamente online di farlo coscienziosamente e continuativamente. Se il pubblico attivo riuscirà a contribuire con indipendenza di giudizio, metodo fattuale, spirito di servizio, il sistema dell’informazione resterà almeno in parte sano.
Non è facile. Forse alcuni si stancheranno di lavorare nell’ombra per condividere informazioni in un paese che purtroppo sconta una condizione di difficile accesso alla lettura. Forse alcuni si stancheranno di linkare gli altri, si rinchiuderanno nel loro privato orticello. Sarebbe un peccato. Altri troveranno più comoda la via della faziosità o della polemica. Ma qualcuno continuerà a dare informazioni utilizzabili per farsi un’idea. La Fondazione Ahref, quando sarà attiva, darà un suo sostegno di ricerca e di iniziative al pubblico attivo con un metodo non partigiano e non orientato al profitto.
Alla lunga, in un paese nel quale il leader invita a boicottare i giornali, anche gli organi di stampa che non vogliano farsi cucinare a fuoco lento finiranno per cercare con umiltà l’alleanza del pubblico attivo. Sarà un buon momento, quello sì, contro il populismo e per la libertà.

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  • E’ talmente vero che Pizzetti ieri ha smentito di avere mai detto o scritto quello che Repubblica, evidentemente mentendo sapendo di mentire, gli ha attribuito. Se l’alleanza col pubblico attivo è inventarsi dichiarazioni che ne accarezzino le orecchie, è già fatto.

  • Il difetto della Repubblica è quello dei giornali di pressione, si sa da che parte stanno ma perdono di credibilità, anche nell’ipotesi in cui non c’è scostamento tra fatti e trattamento giornalistico. Non a caso tutti i maggiori quotidiani hanno riportato varie dichiarazioni critiche di Pizzetti, il bersaglio di delegittimazione è la solita Repubblica. A me sembra che a prescindere dalle posizioni più o meno politiche dei giornali, la realtà abbia preso il sopravvento sul governo. Fa specie invece il cinismo con cui vengono discussi i fatti dell’agenda, dalla classe dirigente ma anche dall’elettore medio rappresentato nelle tante indagini. Quasi la metà dell’elettorato attivo, almeno nelle tematiche di corruzione, legalità, sembra accettare che così è la vita o quanto meno usare la scorciatoia del complotto dei poteri forti per negare la realtà. O cinismo o paraocchi partigiani. Lasciare un impegno etico in capo alla magistratura sarebbe un fallimento, questo ormai credo sia assodato con tanto di storia post tangentopoli. Solo il giornalismo è deputato ad una missione del genere, soprattutto e proprio perché agisce preventivamente e non dopo. Il dopo è sempre un fallimento, ma questa sorta di garantismo a priori viene scambiata per anti garantismo.

  • Può darsi, ma io intanto vedo che contro un blog come LegnoStorto http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=29171 (che probabilmente non piace alla gente che piace, ma è il Primo Emedamento, bellezze, e voi non potete farci nulla, se ci fosse in Italia…) si scatena di tutto e di più, alla faccia del bavaglio. Il vecchio detto che con i nemici le leggi si applicano e con gli amici si interpretano vale anche per i magistrati, evdentemente.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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