Elon Musk ha fatto una raccolta di voti sulla riammissione di Donald Trump su Twitter usando il suo account sulla piattaforma che ha comprato recentemente. Poiché quei voti sono andati quasi per il 52% a favore della riammissione, Musk ha usato la frase classica delle democrazie, “il popolo ha parlato”. E ha rafforzato il concetto sciorinando una frase latina: “Vox Populi, Vox Dei”. Si dovrebbe dubitare che quello che ha parlato sia “il popolo”. E soprattutto che sia “Vox Dei”.
In realtà è la voce di Musk stesso.
Il nuovo motto della democrazia in stile Musk potrebbe essere: Vox Populi, Vox Mea.
E dunque secondo Elon Musk la raccolta di voti fatta con il suo account equivale a una vera votazione democratica, oppure a un sondaggio significativo. E quindi sufficiente a motivare il ritorno di Donald Trump su Twitter.
L’ex presidente e neo candidato alla presidenza degli Stati Uniti era stato espulso da Twitter per avere incoraggiato l’invasione del Parlamento americano da parte di un folto gruppo di dimostranti convinti che le elezioni vinte da Joe Biden contro l’ex presidente fossero state falsate da brogli. Ma Musk aveva sempre visto questa scelta come una limitazione della libertà di espressione.
Proprio per legittimare la sua idea già più volte espressa, Musk ha raccolto voti a favore o contro il ritorno di Trump sul suo account. Ed è convinto che quei voti fossero l’espressione del popolo. Ma che cosa sono quei voti? Quale popolo li ha espressi? Che significato hanno?
Ovviamente non sono un sondaggio. Sono ben 15 milioni di voti raccolti su un account che ha quasi 118 milioni di follower. Sono tanti voti ma non sono certo un campione casuale e dunque non sono rappresentativi dell’universo dei cittadini americani, del popolo di internet, degli utenti di Twitter o altro. Non rappresentano un sondaggio. Ma non sono neppure una votazione significativa, visto che non si è svolta in un’assemblea indipendente e bilanciato, ma in un contesto che da tempo raccoglie molte persone che sono d’accordo con quanto dice Musk. Anzi, si può dire che un risultato 51,8% a 48,2% è peggiore del prevedibile per Trump. E per Musk.
Le votazioni di questo tipo sono più dei plebisciti che dei referendum. Si tende a dimenticare la distorsione statistica e politica che deriva dal contesto nel quale si svolgono queste votazioni.
Non è la voce del popolo che ha parlato. Ma la voce di una piccola minoranza di seguaci di Musk. E una minoranza divisa in modo sostanzialmente paritario. I seguaci di Musk, sulla piattaforma di Musk, nel quadro di un problema posto essenzialmente da Musk. Il giusto motto dovrebbe essere: “Vox Populi, Vox Mea”. O qualcosa del genere.
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