«Se c’è una cosa che ho imparato a Unterleuten è che ogni essere umano vive in un proprio universo in cui ha sempre ragione lui, dal mattino alla sera». Così commenta la voce narrante di “Turbine“, di Juli Zeh.
In paese arriva il progetto di un parco eolico. Sarà ricchezza per pochi, protesta per alcuni, occasione per riaprire antiche ferite sociali per quasi tutti…
È una storia post. Viene dalla Germania profonda, che a quanto pare non può che essere la post DDR, immersa nel post Occidente. Il materialismo certamente perdente immerso nell’ipocrisia solo apparentemente vincente. Niente ha un senso, nessuno ci crede. Tutti hanno una storia, la loro. E sopportano quelle degli altri fino a che ne hanno abbastanza e le rifiutano.
È un romanzo da leggere. Perché per una volta prende abbastanza sul serio le sciocchezze di cui sembrano fatte le persone della contemporaneità. Abbastanza, non troppo…
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