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Data commons

Man mano che alcune megapiattaforme concentrano la generazione e il possesso di dati utili a comprendere il comportamento umano e non solo – Google, Facebook, Illumina, ecc – le probabilità di generazione di nuova conoscenza vengono a loro volta privatizzate. Con i soldi che fanno, queste aziende possono anche pagare scienziati di ogni disciplina e farli lavorare sia per pubblicare sia per privatizzare i risultati della ricerca che fanno. La costruzione di grandi commons dei dati, unificando i dati di strutture più settoriali ma comunque in grado di generarne, a partire dalle pubbliche amministrazioni ma non solo, diventa necessaria anche per mantenere la qualità pubblica della scienza. Ma prima di arrivare a questo ragionamento, vale la pena di seguire le osservazioni di Katie Metzler (LSE)

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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