L’Economist riporta la ricerca di Anders Eklund e della sua squadra della Linkoping University, pubblicata in Proceedings of the National Academies of Science che mostra come i software usati normalmente per interpretare i dati raccolti con fMRI – risonanza magnetica funzionale – e che servono per mappare ciò che avviene nel cervello potrebbero contenere gravi difetti. Difetti tali che addirittura 3mila articoli scientifici potrebbero esserne compromessi. (Economist)
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