Una fortissima tensione ideologica va a favore della trasparenza dei dati, dell’apertura delle sorgenti di dati, della libertà d’accesso alla scienza (Economist). Un eccesso di trasparenza mette in sospetto un filosofo come Byung-Chul Han. E la trasparenza può diventare un’arma politica per chi voglia manipolare la scienza, secondo gli autori del paper “When open data is a Trojan Horse: The weaponization of transparency in science and governance“.
C’è bisogno di contrastare ogni convinzione ideologica o acritica che serva a stabilire che più trasparenza è sempre un bene. Più trasparenza è la possibilità di un miglioramento nella conoscenza, se è accompagnata da critica e consapevolezza metodologica.
Casomai c’è bisogno di aggiungere che la trasparenza non è tanto la possibilità concessa a qualcuno di vedere tutto, ma la redistribuzione dell’accesso ai dati in funzione della possibilità per molti di vedere molto, allo scopo di generare conoscenza condividendo il metodo. Altrimenti si finisce per trasformare la tensione verso la trasparenza in un ulteriore gioco di potere.
Vedi:
I Dati Uniti d’Italia. E altri appunti per un’audizione alla Camera su industria 4.0
Commenta