Parigi. Quante cose da leggere. Ecco qualche riassunto, tra i molti articoli letti. Quartz ha parlato con Rohan Gunaratna, capo dell’International Centre for Political Violence and Terrorism Research di Singapore (Quartz). Dice:
1. La Francia è particolarmente vulnerabile perché ha scelto un’urbanistica del ghetto che ha favorito lo sviluppo dell’islamismo radicale
2. La Francia deve passare a una soluzione di integrazione e non di segregazione delle prossime forme di immigrazione dal Medio Oriente
3. La politica americana e inglese in Medio Oriente insieme alla guerra in Iraq ha causato il rafforzamento dell’islamismo radicale e l’abbattimento di regimi dittatoriali ma stabili e stabilizzanti
4. Gli americani hanno fatto la guerra in Iraq e hanno la responsabilità di portare a termine il dopoguerra, non possono ritirarsi, l’Isis deve essere sconfitto
5. Gli americani devono occuparsi dei profughi causati dalle guerre delle quali hanno la responsabilità
6. Le autorità religiose islamiche devono entrare in gioco esplicitamente e condannare in modo deciso l’interpretazione della religione propagandata dall’Isis
7. Le nazioni arabe, Arabia Saudita in testa, devono comprendere che l’Isis va sconfitto oppure finirà per attaccare e conquistare la Mecca
8. Gli europei si devono rendere conto che Al Qaeda è una specie di asilo nido in confronto all’Isis
I ghetti dove i ragazzi si radicalizzano sono un problema gigantesco. L’azione di St-Denis di ieri lo dimostra (NyTimes). Non si può reagire in modo isterico e violento, per non ripetere gli errori commessi dagli americani (Atlantic).
I musulmani che criticano e si distinguono da quanto fatto dai terroristi sono molti e importanti: da Miqdaad Versi alle persone intervistate da Daniel Marans.
Per fare una guerra non bastano le armi e la decisione, occorre un obiettivo raggiungibile: perché una guerra è tale solo se comincia e finisce. Altrimenti è solo violenza. Ma non è soltanto una guerra tra eserciti, non è soltanto una guerra che fa vittime civili innocenti, è anche una competizione per l’attrazione culturale: l’esercito avversario recluta nei luoghi della disperazione che si trovano in Europa. Richard Florida dimostra che la struttura delle città europee sta evolvendo nel senso della segregazione (CityLab). Le opinioni di molti musulmani dimostrano che un dibattito interno al mondo islamico è possibile ed assolutamente importante così come la maturazione di una strategia culturalmente o praticamente vincente in Occidente è necessaria (Quando… da Parigi a dentro di noi).
Commenta