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Attacco a Bitcoin

Ieri si è parlato dell’attacco ad alcuni server che gestiscono scambi di bitcoin (CoinDesk). Con il successo della moneta elettronica arriva anche la violenza. Non stupisce.

Il bitcoin è convertibile. Quindi è a tutti gli effetti una moneta concettualmente simile a quella tradizionale. Le differenze con le monete tradizionali, ovviamente, sono relative al potere, che è distribuito tra i programmatori e i gestori di tecnologie più che tra banche e sistemi politici. Ma la similitudine c’è ed è importante: moneta tradizionale e bitcoin sono due cose in una, perché da una parte sono unità di informazione sulle ragioni di scambio tra merci, lavoro, tempo e altro, dall’altra parte sono una merce con un suo prezzo definito sui mercati monetari e incarnato nel tasso di interesse.

La duplice sostanza della moneta, merce e unità di informazione, rende questo oggetto piuttosto complicato. Concettualmente, questa duplice sostanza della moneta ha reso difficile la vita dei teorici dell’equilibrio economico generale e dei loro eredi successivi (anche se naturalmente la matematica economica ne ha tratto un grande impulso). La difficoltà si è tradotta in un insieme di specializzazioni finanziarie che hanno avuto una funzione sia per lo sviluppo economico che per la generazione di prodotti finanziari capaci di generare una distanza di potere tra i centri che li inventavano e gli utenti che li compravano, subendone le conseguenze nelle fasi di scoppio delle varie bolle.

Le normali informazioni si scambiano, e si moltiplicano scambiandole: “se io so una cosa e te la dico la sappiamo in due”. La moneta si scambia ma non si moltiplica come l’informazione: si moltiplica attraverso il potere che si conquista su di essa. Io “non so una moneta”, piuttosto “ho una moneta”.

La complessità di avere un’unità di scambio di informazioni che si accumula costituisce uno dei temi più vasti di ricerca economica. E il pericolo è che possederla significa essere ricchi di possibilità, dunque genera l’obiettivo di accumularla, e sviluppa pratiche per ottenerla, dal convincimento degli altri al furto bello e buono.

Le monete complementari come il Sardex non si accumulano. Sono essenzialmente informazioni. E servono a favorire il credito in condizioni nelle quali le comunità conoscono bene il meccanismo di mercato nel quale operano. Le asimmetrie di informazioni, conoscenze e potere, hanno meno rilevanza. Il bitcoin non è una moneta complementare ma una moneta elettronica. Apre scenari interessantissimi. Ma non deve essere confusa con le monete complementari. Che per l’economia reale hanno un valore potenziale straordinario.

In tutti i casi, dove c’è elettronica e succcesso, c’è anche la possibilità dell’attacco informatico. Sarà bene tenerne conto.

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  • Caro Luca, condivido praticamente tutto di quello che dici, cui aggiungerei quanto segue:

    bitcoin è scarsa. Per quanto mi riguarda e senza neppure dovere approfondirne le conseguenze, mal si adatta al virtuale che per definizione è abbondante.
    Al contrario, qualsiasi moneta locale basata su LETS, come sardex, è per definizione abbondante, ossia ce ne sempre quanta ne serve, ne un centesimo in più e neppure un centesimo in meno.

    Infine, non bisogna mai dimenticare che i sistemi LETS aborriscono l’uso della moneta come bene di scambio. La moneta è solo ed esclusivamente l’unità di misura del valore di scambio e le unità di misura non finiscono mai. Mica finiscono i metri se devo andare da casa mia su giove. Perchè mai dovrebbe finire la moneta se la si considera solo ed esclusivamente come unità di misura?

    Mimmo

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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