The Nightmare Bacteria è un documentario della Pbs che va visto con calma e intelligenza. Mostra che:
1. I batteri sanno sviluppare la capacità di resistere agli antibiotici. Lo diceva lo stesso Fleming
2. Esistono mutazioni che portano i batteri a resistere a qualunque tipo di antibiotico conosciuto
3. I costi della ricerca di nuovi antibiotici sono talmente elevati e la velocità con la quale i nuovi antibiotici possono diventare inutili è tanto elevata che l’investimento in ricerca in questo settore è poco redditizio
4. Alcune case farmaceutiche, anche con grande tradizione nella produzione di nuovi antibiotici, stanno rinunciando a questa attività per razionalizzare il loro portafoglio di investimenti
5. I casi di infezioni incurabili non mancano e sono documentate
L’evoluzione non si ferma. Di fronte ai cambiamenti che l’umanità ha introdotto nell’ecosistema, come nel caso degli antibiotici, la biologia evolve per mutazioni genetiche e adattamenti ambientali. Che in certi casi conducono gli esseri viventi e gli altri elementi del pianeta a convivere con l’umanità. In altri casi possono rivelarsi molto pericolose per l’umanità.
È richiesta una continua evoluzione culturale per consentire alla specie umana di continuare a fiorire sul pianeta. Non è detto che il meccanismo di mercato che ha finora sospinto la ricerca di nuove tecnologie consentendo l’esplosione del numero di invidividui umani sul pianeta sia sempre il migliore per le sfide future. La tendenza delle case farmaceutiche a rinunciare alla ricerca sugli antibiotici sembra avvalorare questo dubbio. Il punto è che che attualmente si immagina che solo attraverso ulteriore evoluzione tecnologica si possano risolvere i problemi ereditati dalla precedente fase di sviluppo. Ma questa dovrebbe essere inquadrata in una cultura più consapevole delle consequenze evolutive sull’ecosistema nel suo complesso. Probabilmente la velocità di crescita demografica e le tecniche di adattamento dell’ambiente alla presenza umana devono trovare un nuovo equilibrio: non è detto che questo sia compatibile con le esigenze di crescita esponenziale definite dalla logica finanziaria. Anche la finanza deve adattarsi a un equilibrio ecologico più consapevole. I percorsi di cura per le malattie derivanti da evoluzioni genetiche post-antibiotici sono probabilmente tesi a trovare nuovi meccanismi genetici da utilizzare per combattere le malattie ma la loro redditività non è necessariamente immediata e prevedibile.
Il lavoro di fondo che la ricerca sta compiendo in questo settore è enorme. Viene sviluppato sulla base di una nuova mentalità scientifica, molto più consapevole delle conseguenze strutturali dei meccanismi dell’evoluzione e anzi l’evoluzione tecnologica tende a “imitare” l’evoluzione nel suo complesso. Lo mostra per esempio il programma di lavoro dell’Iit di Genova.
Il mercato riuscirà probabilmente a cogliere le opportunità offerte da questo nuovo approccio. Ma è improbabile che i risultati arrivino a partire dalle scelte dei direttori finanziari delle grandi case farmaceutiche. È più probabile che arrivino dalle startup e dalle visioni imprenditoriali di coloro che pensano al mercato a partire dalla nuova mentalità dell’evoluzione tecnologica e dalla consapevolezza dei nuovi bisogni emergenti compatibili con l’equilibrio ambientale generale. La finanza deve tornare a essere strumento e non fine delle scelte imprenditoriali.
Quanto tu descrivi nel biotech e’ putroppo anche vero nel Cleantech . Il mezzo ( sistema finanziario) e’ diventato un fine ed e’ inadeguato ad affrontare le altrettanto enormi sfide dei cambiamenti climatici. Che fare? Per in momento e’ nelle mani dei singoli, dell’ecosistema startup e gli stakeholders che la sostengono, tirare dritti con la propria esperienza evitare finte illusioni di ritorni facili e brevi. paolo f
[…] Il destino della storia (2009) Incubi. I batteri resistenti. Un documentario Pbs. L’evoluzione della tecnologia e del mercato (2013) L’ecologia degli antibiotici […]