Jack Dorsey si lascia intervistare da Lara Logan di 60 minutes. Jack Dorsey appare schivo e riservato, ben poco propenso ad imporre aggressivamente il suo punto di vista. Piuttosto preferisce fare. E in effetti ha fatto. Già programmatore, è diventato imprenditore contribuendo a progettare e in parte scrivere il primo codice che è servito a costruire Twitter, usato nel 2012 da mezzo miliardo di persone per scambiarsi messaggi di 140 caratteri: circa 340 milioni di messaggi al giorno.
Il programma è bello. Ritrova una persona solitaria che ama sognare, pensare, immaginare. Sembra volersi aprire un po’ di più del solito e, passeggiando con l’intervistatrice, osserva il movimento della gente a New York e se ne esce con un pensiero che probabilmente ha coltivato nelle sue solitarie contemplazioni: «È meraviglioso come tutte queste persone si muovano in modo coordinato». Da bambino gli piacevano i treni e le mappe. Ascoltava i messaggi brevi dei servizi di emergenza della sua città, St Louis. Sembra nato per fare quello che fa.
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La persona riflessiva non è mai invasiva, coglie il mondo standoci dentro e, ne esce solamente per nutrirsi in creativa solitudine.