Provando uno smartphone Stonex STX-S. Perché è un telefonino italiano, almeno nel design e per quanto riguarda l’impresa che lo produce. Nel processo produttivo, ovviamente, questa tecnologia passa per la Cina, ma è quasi scontato. Il grande display, la soluzione per gestire due sim, la batteria abbastanza buona, la velocità del tutto normale. Una recensione in video si trova qui. Due modelli da 199 a 249 euro.
Alla guida della Stonex c’è Davide Erba, Monza. Un’intervista su HdBlog. L’azienda vanta una buona crescita, a partire dalle tecnologie di positioning.
Per mia ignoranza non conosco molto di quest’azienda. Ma mi pare dimostri che disegnare tecnologia in Italia in un mondo di terminali mobili e software disponibili, tanto più quanto più aumenterà la presenza di Firefox nel mobile, potrebbe essere una possibilità. Soprattutto se si riescono a connettere le capacità di design tradizionali degli italiani con le tecnologie più avanzate disponibili. Ma questa è una storia ulteriore.
Ed ecco un’altra recensione in video:
[hang2column width=”630″][/hang2column]
Inizi z credere anche tu all’open Web come piattaforma mobile? 🙂
non capisco la domanda: sono anni che penso che le soluzioni genere webapp basate su tecnologie aperte siano un progresso rispetto alle app chiuse nelle piattaforme proprietarie; il problema del mobile resta la mancanza di neutralità della rete (non c’è solo il problema del software da usare con lo smartphone, c’è anche il problema della rete di connessione che nel caso del mobile può scegliere di ammettere certe soluzioni ed eliminarne altre); senza dimenticare le limitazioni che i costruttori dei terminali possono sempre introdurre alla relazione tra webapps e funzionalità dello smartphone; il principio degli standard aperti è superiore a quello degli standard proprietari; ma nella valutazione occorre tener presente che le tecnologie vivono su altre tecnologie che fanno da piattaforma, e la valutazione di apertura va fatta sull’insieme della filiera…
Luca,
hai ragione che ci sono una serie di modalità per le quali operatori mobili, fabbricanti di apparecchi e ovviamente OS/AppStore makers fanno e possono fare per impedire che il 05% delle apps vengano scritte e fruite come webapps indipendenti (con grande benefici di utenti e autori/produttori).
Ritengo però che ci possa essere per esempio in Italia un convergenza di investimenti e adeguate regolamentazioni che possono dare all’open Web il posto che gli spetterebbe in una libera economica di mercato e libera società.
Ecco dove esplicito tale visione:
http://www.openmediapark.com/visione-strategica-2020-dellopen-media-park-e-cluster-per-il-settore-mediale-italiano-e-del-lazio/
Ed ecco una bozza di Campagna “No Internet senza Web aperto”:
http://www.openmediaforum.it/campagna-open-tv-open-mobile/
Rufo
ERRATA CORRIGE: nella precedente email invece di “05%” si voleva scrivere “95%”