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Occhio: si avvicinano le elezioni e i buoni del tesoro perdono terreno

Segnala Bloomberg che la domanda di buoni del tesoro italiani è diminuita nell’ultima asta, dunque sono aumentati i tassi d’interesse. Non è una conseguenza, è pura matematica: se il prezzo che gli investitori sono disposti a pagare per un buono del tesoro scende questo significa che il tasso d’interesse sale.

Chi pensa che le montagne russe finanziarie nelle quali abbiamo vissuto l’anno scorso siano passate per sempre si sbaglia purtroppo. Se gli italiani voteranno senza tenerne conto, finiranno per ritrovarsi nello stesso incubo già vissuto. In quel caso, il governo dell’Italia passerà all’Europa – come è già successo sul finire del 2011, quando l’amministrazione della destra si è dimostrata incapace di gestire la situazione: e si può scommettere che sarà un periodo duro.

Di certo, non tutto dipende dal voto. Per molti osservatori, per esempio, il governo può fare ben poco di positivo per alimentare la capacità innovativa del paese: da questo punto di vista i risultati arrivano con tempi troppo lunghi perché i politici se ne possano davvero curare e, tra i politici, solo quelli davvero lungimiranti possono dedicare il loro tempo a perseguire risultati che non vedranno. Ma è altrettanto certo che i politici stessi possono fare enormi danni, di breve e lungo periodo, perseguendo risultati immediati senza pensare alle loro conseguenze. Il voto non è uno scherzo, dunque: meglio andare a votare, per quanto la scelta possa apparire difficile nel corso di questa campagna elettorale che distrugge ogni approccio costruttivo e abbassa il tono intellettuale di tutti i partecipanti. Il meglio sarebbe votare senza tener conto della campagna elettorale ma cercando di ricordare i fatti degli ultimi dieci anni: abbiamo sprecato la congiuntura favorevole, dopo l’entrata nell’euro e la conseguente discesa dei tassi d’interesse, quando potevamo risanarci senza troppa sofferenza; abbiamo creato un sistema elettorale che genera fondamentalmente ingovernabilità; abbiamo fatto finta di niente di fronte alla crisi montante nel 2010-2011. Ci vuole un cambiamento serio e vero.

Il segnale dei mercati finanziari, per quanto molto preliminare e comunque inevitabile dopo un periodo di miglioramenti molto importante, ci dovrebbe tenere svegli e razionali nelle decisioni.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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