Ieri sera, alla stazione di Dordrecht, una domanda per l’impiegato alle informazioni: «Quand’è l’ultimo treno per Rotterdam?». Risposta: «Spero nel 2060.»
Non c’è un ultimo treno. Tutti i giorni, le città intorno a Rotterdam, comprese Delft e L’Aia, sono unite da treni che arrivano e partono ogni dieci minuti. Le città sono unite da un sistema di trasporti “always on” per cui si va da un posto all’altro senza particolare soluzione di continuità e le città sono pensate come un sistema unico. Le distanze non sono più grandi di quelle che ci sono tra Venezia, Padova e Treviso. Oppure tra Milano, Monza e il resto della Brianza… Ma grazie ai trasporti always on, queste città possono pensare uno sviluppo sinergico. Ed essere quello che sono: un’area metropolitana.
Certo, qui il trasporto è un tema affascinante. Uno dei più grandi porti d’Europa e la sua terra sono connessi da vie d’acqua continue e realmente utilizzate dalla popolazione, compresi gli autobus-catamarano. Ovviamente c’è un’ampia rete di tram e un po’ di metropolitana. C’è la rete delle piste ciclabili: il mito assoluto. E ci sono persino le automobili: domate e rese innoque da un sistema di alternative funzionante.
Confermo, mi ritrovo da queste parti e mi hanno colpito le stesse cose. In particolare due, per l’italiano medio:
– le biciclette la fanno da padrone, sono il mezzo più diffuso a l’Aia e Leida. In queste città le auto sono rare come le bici da noi
– appena fuori, sulle arterie di comunicazione il traffico automobilistico è invece intensissimo, segno che c’è un modello d’uso pensato. Bici in città (tranne che per trasporto merci), auto fuori
– una curiosità: motorini e scooter usano le ciclabili, il casco è un optional, le moto ad alta cilindrata quasi assenti.
Amsterdam è un po’ diversa, ma non contraddice il modello
C’è un piccolo dettaglio.
Monza ha quasi 4 mila abitanti per metro quadro.
Dordrecht poco più di mille, sul triplo della superficie.
IMHO incide, eccome.