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Complessità senza paura

Oscar Wilde diceva: “Per ogni problema complesso c’è sempre una risposta semplice… quasi sempre sbagliata”. Al Festival della complessità di Viterbo, nell’ambito di Caffeina, si scopre il fascino di un approccio alla ricerca più aderente alla realtà e meno manipolabile del tradizionale insieme di modelli interpretativi lineari. Parlano i maggiori studiosi italiani della complessità e vengono presentati “I Quaderni della Complessità“, collana pubblicata in forma sia cartacea che digitale (eBook e Print on demand) da Guaraldi.

Tempi stretti per una visita, ma spero di riuscire a seguire:

SABATO 7 LUGLIO

Ore 19,00 – Aula magna San Carlo
Lo spettacolo della complessità: suggestioni a più voci
Associazione di Lettura Espressiva ”Le Voci”
Valerio Eletti
Direttore del Complexity Education Project, Label Cattid, Università Sapienza di Roma

Ore 20,30 – Giardini di San Carlo
Quanto vale Gerusalemme? Tutto o niente: come la conoscenza
Alberto Felice De Toni
Preside Facoltà di Ingegneria, Ordinario di Ingegneria Economico-Gestionale, Università di Udine

DOMENICA 8 LUGLIO

Ore 10,00 – Aula magna San Carlo
Molti modi di essere umani: il punto di vista della scienza
Telmo Pievani
Professore Associato di Filosofia della Scienza, Università Milano – Bicocca

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  • Citare a memoria, nell’era del web, è un peccato mortale. Per questo la vita dei giornalisti, soprattutto dei fact journalists, è così dura.
    A me risulta fosse Umberto Eco, ne Il pendolo di Foucault: «Come diceva quel tale, per ogni problema complesso esiste una risposta semplice, ed è sbagliata.»
    Naturalmente, quel tale potrebbe essere Wilde. Ma non mi risulta e comunque non sono riuscito a trovare la citazione.

  • Veramente non ho citato a memoria, ma ho linkato il sito del festival della complessità: nella home page si trova la citazione di Oscar Wilde. Il professor Valerio Eletti l’ha usata nella sua presentazione al festival sabato sera alle 19:00. Umberto Eco cita “quel tale”. Forse come lei non aveva trovato la citazione originaria. Quanto alle citazioni a memoria, mi scuso quando sbaglio: ma non è questo il caso.

  • Grazie a lei per l’esauriente precisazione. A questo punto sarebbe bello se Eco ci desse la sua interpretazione autentica.
    I miei sospetti sull’origine della citazione sono nati dal fatto che Wilde mi sembra piuttosto lontano dalla tematica problemi/soluzioni (non da quella semplice/complesso, su cui però le sua numerose citazioni sono più “sociali” che “scientifiche”).
    Dopo di che era un sabato e potevo dedicarmi con agio al mio hobby della pedanteria…
    Apprezzo il suo blog e ancora di più il suo lavoro.

  • provo a contribuire con una pedanteria di tipo inverso, per sparigliare: ho trovato attribuita la frase sia a Wilde sia a G. B. Shaw sia a molti altri autori (tutti inglesi, tutti notissimi in politica o in letteratura) … è talmente fulminante, però, che mi piace NON accertare l’attribuzione e pensare che sia di tutti loro. Perché no? E’ un pensiero brillante – un minimomeme – che dilaga facendoci sorridere… e allora lasciamolo correre intorno, figlio di padre nobile ma evanescente… che ne dite?

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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