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Libri – LA GRANDE CONTRAZIONE – Mauro Magatti

Finita l’epoca della crescita basata sulla quantità di beni prodotti e, poi, di beni consumati, si è aperta una fase di disorientamento economico nella quale ci si interroga su che cosa possa essere oggi una prospettiva di progresso. A fronte dell’istanza della crescita quantitativa che è continuamente richiesta dalla logica della finanza che ha indebitato gli stati e i privati, sta emergendo una ridefinizione dell’idea di sviluppo che possa dare soddisfazione ai bisogni in precedenza dimenticati delle società occidentali: qualità dell’ambiente, qualità delle relazioni umane, qualità del mondo culturale e del contesto di senso della vita quotidiana. La ricerca procede grazie al lavoro di molti studiosi straordinari che da molti anni lavorano in queste direzioni, come Daniel Kahneman, Amartya Sen, Yochai Benkler, Richard Sennett. Questi e altri grandi pensatori del nostro tempo stanno aprendo strade nuove per il pensiero che esplora la possibilità di darci una nuova idea di progresso.

[hang1column width=130]More about La grande contrazione. I fallimenti della libertà e le vie del suo riscatto[/hang1column]

Mauro Magatti ha contribuito da protagonista all’indagine intorno a questa decisiva questione descrivendo in profondità la dinamica sociale, culturale ed economica che si è sviluppata negli ultimi trent’anni, con il suo saggio sul capitalismo tecno-nichilista intitolato “Libertà immaginaria“. Ora pubblica un nuovo lavoro dedicato a cercare di vedere oltre il disorientamento attuale: “La grande contrazione“.

La dinamica insensata del capitalismo tecno-nichilista è ancora una volta il suo punto di partenza. Le sue radici sono tratteggiate con cura, ritornando all’epoca in cui, sul finire degli anni Sessanta, la crescita quantitativa raggiunge il limite del necessario ed entra in rotta di collisione con i vincoli delle risorse ambientali, sociali e culturali. Li supera mettendo in campo un arsenale narrativo, tecnologico e organizzativo che fa leva sull’aspirazione alla libertà delle masse e che ha l’effetto di una vivisezione culturale delle persone, trasformate nelle loro funzioni – di consumatori in primo luogo – anche attraverso uno straordinario concentrato di ideologie iperliberiste, media ipercommerciali e deregolamentazioni iperfinanziarie. Si direbbe che l’ipermercato riempia gli occhi, mentre il cervello non mette a fuoco la sostanza di un capitalismo che raggiunge la sua forma più impersonale e disumana.

«L’astuzia del capitalismo tecno-nichilista è quella di disporre di un’ipotesi antropologica che coglie in profondità alcune dimensioni dell’umano. Pensato come volontà di potenza, il cittadino del capitalismo tecno-nichilista non viene educato a obbedire a norme morali e a esercitare la propria responsabilità, ma è sollecitato a liberarsi e a esprimere se stesso e la propria autenticità, nel rispetto delle norme formali e delle procedure tecniche di funzionamento». È come se le istanze liberatorie, vagamente sessantottine, emerse sul finire della spinta propulsiva del Dopoguerra fossero state rilanciate dopo averle lobotomizzate per cancellarne le motivazioni – di una società più giusta e più colta – con il risultato di ottenere una liberazione non dell’umanità ma delle sue strutture tecnico-organizzative. Ne è venuta fuori una società divisa, impaurita, indebitata, disorientata, ingiustamente sperequata. E la crisi finanziaria, energetica e sociale dell’occidente attuale ne una conseguenza.

[hang1column]Oltre l’insensatezza[/hang1column]

Magatti tenta di scoprire le tracce di un futuro possibile. Riparte dalla discussione sul valore, che non è “prezzo” ma “eccedenza” per contenere non solo l’atto dello scambio ma anche il suo senso. Riconosce che la libertà non può essere pensata come proprietà di un’entità individuale, ma esiste solo in quanto la persona è concepita nella sua identità e, insieme, nelle sue relazioni con gli altri. Di qui parte una ricostruzione concettuale dell’idea di persona che non si può concepire come somma di funzioni, scelte e procedure che l’individuo svolge nei sistemi ai quali partecipa. Vasto programma. «È innegabile constatare che attorno a noi non si vedono ancora movimenti culturali così potenti da apparire in grado di portarci fuori dalla situazione nella quale ci troviamo. Non ci deve sorprendere. Il capitalismo tecno-nichilista è prima di tutto difficile da capire. Ancora di più da superare, anche perché esso ha eroso legami e significati e ha altresì indebolito enormemente la domanda relativa all’opportunità di questi ultimi». Ma i passi da compiere sono chiari.

Per avviare una nuova crescita occorrerà sviluppare una nuova consapevolezza su che cosa deve crescere. Posto che la massa quantitativa del Pil e dei consumi non cresce più molto, se cresce, e comunque serve che cresca soprattutto per motivi finanziari, la nuova idea di progresso dotata di senso avrà certamente a che fare con i beni ambientali, relazionali e culturali. Tra le condizioni preliminari, Magatti vede lo scioglimento della fase esasperata dell’individualismo ma non per un ritorno allo statalismo, del tutto improbabile: il suo discorso si approfondisce intorno alla nozione di “alleanza” che sottolinea ancor più che la collaborazione tra le persone, l’inconcepibilità delle persone senza il loro prossimo. E queste persone che si pensano alleate, cessano di essere condannate al conflitto per le risorse scarse, mentre si avviano sulla prospettiva descritta dalla libera visione della cura per i beni comuni. «Ripensare la crescita comporta prima di tutto un nuovo atto di intelligenza». Il libro si conclude con un’attenta esplorazione delle possibilità aperte da questa proposta di innovazione del pensiero. Democrazia, educazione, università, media sono dimensioni coinvolte dal ripensamento. È tempo di crederci. E dare una mano.

Segnalazioni:
Archivio della generatività
Libertà immaginaria – Circoli Dossetti

Vedi anche:
Oltre le tre rivoluzioni
Sennett, Insieme

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  • Grazie per questa interessante recensione del libro “La grande contrazione”, che acquisterò quanto prima. Mauro Magatti ha colto il nocciolo del problema e ciò può essere un importante contributo al dibattito crescita – decrescita.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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