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Ezio Andreta. Oltre le tre rivoluzioni. Una visione e un percorso

Ezio Andreta ha guidato la direzione ricerca alla Commissione europea per moltissimi anni e ha contribuito a scrivere tutti gli ultimi programmi quadro. La sua visione è potente. E implica conoscenza e coraggio. Andreta ha dato il suo contributo con Ahref a Trento in occasione del Festival Economia.

[hang1column]Andreta vede tre rivoluzioni: le loro dimensioni sono macro, micro e nano.[/hang1column]

Macro. La rivoluzione del paradigma con il quale abbiamo interpretato il mondo per millenni è gigantesca. Giunta al limite la storia dell’industrializzazione, con troppo prodotto a basso valore aggiunto, l’Occidente si trova di fronte alla globalizzazione e all’avvento dell’epoca della conoscenza. Questa è la rivoluzione dei punti di riferimento fondamentali: il tempo e lo spazio.

La società tradizionale vedeva un mondo nel quale la vita era scandita da tempi lunghi e si svolgeva in spazi ristretti. Oggi vediamo un mondo nel quale la vita è scandita da tempi brevissimi e si svolge in spazi larghissimi. Lo spiazzamento è ansiogeno. «È come se una partita di pallone non si svolgesse più in 90 minuti con un campo lungo cento e rotti metri, ma in dieci minuti in un campo di alcuni chilometri».

Questa condizione porta alla luce la necessità di efficienza, sostenibilità e sussidiarietà, con specializzazione, alleanze e rete. Occorre concentrarsi sulla generazione di valore e non sulla riduzione dei costi. La competizione si svolge tra sistemi. Si sviluppano interpretazioni del lavoro nomadi accanto a quelle sedentarie e i territori devono riuscire ad attrarre i primi mentre i secondi devono diventare inclusivi. La rete supera i limiti abituali e svincola i sistemi da tutti gli ostacoli tradizionali posti dallo spazio originario. Vince l’approccio della complessità contro il vecchio approccio lineare.

Micro. La gestione della conoscenza avviene attraverso il processo di miniaturizzazione, connessione e integrazione di sistemi. Le tecnologie integrano molte funzioni anche attraverso un processo di smaterializzazione legato all’intelligenza del software, della ricerca, dell’informazione che viene concentrata nei prodotti. La fabbrica lineare si smembra in operazioni automatizzate, commercializzazioni e progettazioni realizzate in rete, attività consapevoli della complessità dell’ecosistema nel quale si sviluppa l’innovazione.

Nano. Mentre la miniaturizzazione avanza, parte un nuovo processo che rivoluziona il percorso della produzione. Il sistema che potrebbe emergere dalle nanotecnologie sintetizza una possibilità di creare prodotti attraverso l’assemblaggio di molecole dotate di funzioni specifiche. L’intelligenza si integra nella materia. A questo livello convergono quattro tipi di filoni di innovazione: informatica, nanotecnologia, biotecnologia, neuroscienza. L’evoluzione dell’innovazione sembra imitare il processo della natura.

A questo livello i temi sono la condivisione della visione, l’accettabilità sociale del cambiamento, l’adeguamento delle regole, lo sviluppo di una società della conoscenza. Salvare le vecchie imprese senza una strategia può rallentare il cambiamento e tradursi nel tempo in un freno all’innovazione. Accelerare la creazione di nuove imprese tecnologicamente avanzate e culturalmente adeguate alla contemporaneità è la strada maestra.

L’accelerazione dell’innovazione avviene anche attraverso l’alleggerimento del peso della burocrazia e del fisco e l’emergere delle energie imprenditive connesse alle sorgenti della conoscenza. Una soluzione di sviluppo territoriale potrebbe essere la creazione di zone franche che servano ad attrarre talenti, ricerca, risorse finanziarie. Ma la finanza deve tornare a essere concepita come strumento e non più come fine.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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