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Rai: i numeri di Numeri

Che la televisione sia un medium ancora forte non occorre dirlo, specialmente in Italia. Ma è anche vero che, almeno in certe fasce di età e in certe parti della società, sta subendo la concorrenza di altre forme di spettacolo e informazione, compresa la rete. Una delle conseguenze possibili è una certa avversione al rischio che si traduce in programmi ripetitivi e orientati più a difendere l’audience acquisita che a trovarne o riconquistarne altra. Non è certo una regola generale, s’intende: i professionisti della televisione sanno esattamente quello che stanno facendo e non cessano di provare qualche cosa di nuovo, ma non si può negare che la gran parte della programmazione è piuttosto conservatrice. Anche perché la sperimentazione è percepita come una perdita molto probabile di spettatori abitudinari a fronte della generazione molto meno probabile di nuovi spettatori.

Sicché non può che stupire il fatto che la Rai abbia consentito di mandare in onda un programma come Numeri. Marco Cobianchi ha contribuito a pensare e realizzare la trasmissione, che è prodotta dalla Toro tv (Gruppo Sony) e i cui autori sono Giovanni Filippetto Cristina Cecilia, Pasquale Romano oltre a Cobianchi stesso.

La trasmissione si occupa di statistiche (Istat, Banca d’Italia, Eurostat). Il che è certamente innovativo e coraggioso. Inoltre le mostra con un linguaggio grafico che a sua volta è piuttosto innovativo (non poteva essere altrimenti). Il bello è che i numeri di Numeri sono piuttosto buoni: gli share delle prime quattro puntate sono stati nell’ordine: 4,6; 3,2; 6,5; 4,8; il tutto ottenuto senza traino, ricorda Cobianchi, osservando che «l’approfondimento del Tg2 ci lascia all’1,6 quindi noi, nella peggiore delle serate, come minimo raddoppiamo e quando finiamo si ritorna all’1,6%».

Le statistiche, grazie alle innovazioni appassionanti e pionieristiche di Hans Rosling e al movimento del data journalism, si stanno conquistando uno spazio narrativo sempre più importante. L’Istat, insieme ad Ahref, organizza questa settimana un corso di data journalism le cui prenotazioni sono andate esaurite in 24 ore (in preparazione altre edizioni).

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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