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A European Science Media Centre and Electronic Frontier Foundation

Atomium Culture e Frankfurter Algemeine Zeitung organizzano a Francoforte un’importante conferenza sulla relazione tra scienza e media con l’idea di discutere su come varia la accettabilità dell’innoavazione con il cambiamento dei media.

Proposte importanti:
– creazione di una Science Media Agency a livello europeo (sulla base dell’esperienza fatta nei paesi anglosassoni)
– creazione di una Electronic Frontier Foundation a livello europeo (come quella che da tanto tempo sta lavorando a San Francisco per gli Stati Uniti)
– tentare di parlarne al prossimo Esof comprese le nuove iniziative di Atomium e Ahref con Falling Walls.

Nel corso della discussione, TED, Kahn Academy, Google, sono portati a esempio della possibilità per la scienza di essere emozionante, divertente, eccitante, ma anche correttamente spiegata. Un’alleanza europea per realizzare questo progetto. Gail Cardew spiega che la sua Royal Institution of Great Britain ha lanciato un canale di divulgazione scientifica che sceglie il meglio dei video universitari e scientifici – anche se già pubblicati su YouTube – chiamato RIchannel.

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  • Importante iniziativa! Un saggio pubblicato su Public Understanding of Science rivela la povertà della comunicazione della scienza al pubblico. A fronte di un aumento del 15% dal ’90 al 2001, di papers scientifici, solo lo 0,001-0,005%, al di fuori di argomenti su salute-medicina, ha ottenuto l’attenzione dei media. George Dyson, storico della scienza, ha pubblicato una conversazione su Edge, 2 giorni fa, dicendo che stiamo perdendo l’occasione di capire cosa sta succedendo. Mi ha colpito la contemporaneità di questo con la notizia del flash crash sul titolo Apple di 4 giorni fa. -9% in un millisecondo. Una replica in piccolo del flash crash del maggio 2010, le cui cause non sono state ancora capite, salvo attribuirne la colpa alle transazioni ad alta frequenza. Dyson parla proprio di questo come esempio eclatante di quello che sta realmente accadendo. L’universo digitale sta crescendo attorno a noi con una dinamica simile all’evoluzione biologica, c’è un’autoreplicazione delle stringhe di codici nella comunicazione fra macchina e macchina che somiglia alla crescita delle cellule elementari e che sfugge al controllo e all’osservazione umana. Ci si accorge di questo solo nei casi più visibili, quando montagne di soldi spariscono all’improvviso e riappaiono senza che si possa sapere dove sono state nel frattempo, ma riguarda tutto quello che fa funzionare la tecnologia della comunicazione che ci circonda. Davvero stiamo perdendo l’occasione di capire? Sono allarmi prematuri di pensatori visionari o la creazione di agenzie e fondazioni sono strumenti per esorcizzare un allarme a cui non si riesce a stare al passo?

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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