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L’autonomia del Trentino è intelligente

Oggi Lorenzo Dellai, il presidente della Provincia di Trento, risponde sul Corriere (non mi pare sia ancora sul sito) all’articolo di Gian Antonio Stella, sempre sul Corriere, di ieri.

Stella ha fatto un pezzo di denuncia degli sprechi delle regioni e province autonome. Mettendo a confronto le spese per i servizi e gli stipendi degli eletti in quelle regioni e province con le medie nazionali. Ha fatto notare varie anomalie. Alcune vere distorsioni. Ma in mezzo ci ha ficcato cose che non sono per niente commendevoli, come le alte spese per istruzione, ricerca e sanità del Trentino.

Dellai difende le scelte della sua Provincia facendo osservare prima di tutto che la stragrande maggioranza dei soldi del Trentino sono dei trentini e che dallo Stato non arriva un soldo per istruzione, ricerca e sanità. Quanto agli stipendi degli eletti, se li stanno riducendo.

Il fatto che il Trentino spenda per esempio tanto in istruzione, per la verità, appare solo come una cosa buona e giusta. Stella calcola che un per un italiano medio lo Stato spenda 934 euro per l’istruzione, mentre per un trentino medio la Provincia spende 1.520 euro. E mette questo dato nel calderone delle sue osservazioni critiche. Ma non si capisce proprio perché.

Se i trentini hanno l’autonomia e scelgono di spendere tanto in istruzione, ricerca e sanità, mentre gli italiani spendono tanto in altre poste è solo perché hanno una visione lungimirante e intelligente del loro futuro. Gli italiani dovrebbero ambire ad assomigliare al Trentino sotto questo profilo e non chiedere al Trentino di assomigliare a loro. Mi pare.

In realtà, il Trentino ha scelto una strada da studiare e approfondire, ma non per fermarlo: per vedere se si possa imparare qualcosa e importare alcune sue soluzioni in Italia. Nell’epoca della povertà più estrema, il Trentino ha puntato sulle cooperative. Nell’epoca dell’industrializzazione ha tirato fuori forme di turismo e agricoltura avanzate e di qualità. Nell’epoca della conoscenza ha investito nella ricerca che è diventata il secondo settore economico del territorio ed è pienamente connessa con la ricerca internazionale, ottenendo risultati di tutto rispetto a livello internazionale. E ora anche il Trentino si paga anche la sua università. Mentre il suo Mart è diventato uno dei musei d’arte moderna leader nell’Europa del Sud. E il piano di cablaggio di tutto il territorio, discusso ovviamente, è comunque avviato: tutti i trentini saranno connessi a 100 mega. Si tratta di una politica da ammirare, studiare e se possibile emulare, non certo bloccare demagogicamente. Certo, non mancano i difetti: il principale, a mio modesto avviso, è che da tutto questo investimento partono ancora troppo poche start-up tecnologiche capaci di stare sul mercato internazionale. Si può stare sicuri che anche a questo stanno pensando. Ma lo sviluppo di una cultura imprenditoriale vera richiede tempo. E azioni mirate e pazienti.

(Attraverso il suo polo per la ricerca, la Fondazione Bruno Kessler, il Trentino è la Provincia che ha deciso, tra l’altro, di investire in Ahref, la Fondazione che fa ricerca, educazione e servizi sui civic media e alla quale dò una mano).

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  • Hai perfettamente ragione. Non tutte le autonomie spendono allo stesso modo, ed è giusto sottolinearlo. C’è da chiedersi però se il Trentino, se fosse uno Stato indipendente, ossia se non avesse lo Stato italiano che si occupa di tutte le cose di cui non si occupa la Provincia autonoma, spenderebbe allo stesso modo. Ossia, ho il sospetto che si tratti di spese da ricchi, di coloro che possono anche non preoccuparsi delle cose che vengono pagate da altri (lo Stato). Poi, la Provincia comunque percepisce soldi dallo Stato, non ho sottomano i dati, ma mi sembra che siamo sui 300 milioni di euro l’anno.

  • la sicilia – tanto per far un esempio – è più autonoma del Trentino. E mi pare le cose non siano proprio simili…
    Avanti così, Stella la smetta con la demagogia preconcetta.

  • Scusa ma cosa vuol dire che “la stragrande maggioranza dei soldi del Trentino sono dei trentini”? Forse che, a differenza delle altre province, i soldi delle tasse non vengono girati all’erario?
    In questo caso, il problema non è quanti soldi arrivano, ma quanti non ne vengono mandati a Roma.
    Poi che siano bravi a spenderli, non ci piove. Ma per spendere bisogna avere.
    Dai un’occhiata qui: http://www.mil2002.org/stampa/070516du.htm

  • @Luca Sognatore. I dati che lei riporta sono totalmente sbagliati in quanto si riferiscono al 2005, anno in cui non era ancora entrato in vigore il patto di Milano. Le cose sono profondamente cambiate.

  • @Lorenzo Zampiccoli. Giusto per amore di precisione quei dati non sono “totalmente sbagliati” ma semplicemente non più attuali.
    Da quel che mi risulta, la situazione era all’incirca quella riportata nella pagina che ho linkato fino a tutto il 2009. Dal 1° gennaio 2010 è entrato in vigore l’accordo di Milano ma purtroppo non sono riuscito a reperire dati aggiornati.
    L’unica cosa che ho trovato è questo articolo ( http://www.repubblica.it/cronaca/2011/02/11/news/alto_adige_federalismo_oro-12322324/ ) del febbraio 2011 nel quale però si parla più di Bolzano che di Trento. In ogni caso:
    “Il Trentino Alto Adige incassava [nel 2008 se capisco bene, NdLS] dallo Stato secondo la Cgia di Mestre 2.069 euro l’anno per abitante in più rispetto alle imposte pagate dai suoi cittadini (“Oggi abbiamo rinunciato a 500 milioni di trasferimenti dalla capitale e siamo in pari”, assicura il direttore finanze della provincia sudtirolese [Bolzano, NdLS] Eros Magnago).”
    Mi piacerebbe trovare dei dati aggiornati. Magari il nostro ospite riesce a reperirli.

  • L’autonomia trentina è arrivata con l’ancoraggio a quella sudtirolese ma ha sempre avuto un’unica storia.
    Smettiamola di polemizzare, si spenderà pure qui ma non ci sono scandali da Regioni ordinarie, dopotutto in Trentino Alto Adige si è fatto molto con i “nostri” soldi…il gettito fiscale che ci ritorna sarà maggiore delle regioni ordinarie ma almeno si è fatto qualcosa per migliorare.
    Guardate la Sicilia che ha un gettito superiore ma è controllata dalla MAFIA che imbriglia tutto il sistema politico ed economico…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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