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Le comunità del pensiero e dei fatti: preparando il dopo

Alla ricerca di una strategia per trasforma il bisogno di ribellione in un persorso di ricostruzione, ho partecipato a due convegni alla chiesa di Capodimonte, Napoli. Le salette ipogee erano abbandonate fino a che le cooperative di giovani del quartiere Sanità non si sono messe a ristrutturarle, aprendole alla popolazione. In tre mesi, lavorando 18 ore al giorno. Per contribuire a ridare un senso al quartiere.

Gli interventi erano concentrati sul racconto di storie analoghe. Chi ha imparato a fare il falegname a San Patrignano, ritrovando un senso e scoprendo a che cosa poteva dedicare l’esistenza. L’energia della comunità che ha riconfigurato la vita quotidiana delle 76 famiglie che stanno nel palazzone Torre19 a Bologna con l’idea della tv di condominio. La scuola di cinema che ha dato un luogo di aggregazione nel quartiere più degradato di Bari….

La dimensione della comunità, accanto a quelle del mercato e dello stato in profonda crisi, è chiamata a fare un salto di qualità. La comunità che parte dalla migliore e più consapevole gestione e valorizzazione dei beni comuni si candida ad affrontare in modo contemporaneo, efficiente e produttivo i temi economico-sociali che non hanno soluzione nel paradigma pagamento-funzione. Le macerie culturali tra le quali viviamo sono i resti di un sistema che non funziona più, insostenibile sul piano finanziario, relazionale, identitario… La comunità non ci esime dalla ristrutturazione di stato e mercato e non ne può fare a meno: ma è una dimensione nella quale i cittadini diventano attivi. E imparano il marketing sociale, la produzione sostenibile, lo scambio di doni, l’efficienza di gestione e la strategia di sviluppo. E i cittadini che fanno innovazione sociale imparano a raccontare le loro storie per migliorare l’informazione e non essere più soli.

Johnny Dotti, Federico Samaden, Marco Musella, Giovanni Vietri, Alex Giordano, Ruggiero Cristallo, Giampaolo Colletti. Fondazione con il Sud. Fondazione Ahref. Timu. (Comunicato per saperne di più).

Una sorta di velo di confusione e rumore impedisce di vedere oltre la crisi. Ribellarsi è un’opzione, ma senza strategia non attrae fino in fondo: e però una strategia trasformerebbe la rivolta in una rivoluzione. Prepararsi al dopo è decisivo, anche per passare all’azione oggi. (Già… La riflessione continua…).

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  • Salve Luca, concordo “tout court” sul salto di qualità che urge e sula necessità di trasformare la rabbia in energia propositiva.
    Hai mai navigato in Shiny Note? E’ un portale dedicato al volontariato ( Copio da loro per i quali scrivo di tanto in tanto “un social network fondato su basi etiche.
    Lo abbiamo costruito intorno alle storie delle persone, per le persone che sanno rintracciare nel quotidiano una scintilla
    di positività e speranza. Perché nessun uomo è un´isola.)
    Nel post leggo di una iniziativa che ha coinvolto anche le cooperative di giovani del quartiere Sanità e mi fa piacere. Bravi!
    Forse conosci già la loro radio. La organizza Antonio Caiafa che ho anche nei contatti Fb, se la cosa può interessarti e ti giunga nuova.
    Approdo qua tramite un comunicato Ansa su Timu.
    Chiedo venia per la lungaggine.
    Grazie

  • Che bello … e le pensioni ? La “comunità” le continuerà a pagare ? Sapete, non vorrei che i miei amici Carlo e Beppe, neopensionati, si sentano fra un po’ cantare “Chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato, simm’n’Napule paisà”. Sai com’è, è insostenibbbile.

Luca De Biase

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