Digital Accademia si è presentata ieri. In uno splendido angolo della tenuta Tron, accanto al Sile, poco prima che giunga alla laguna di Venezia, Riccardo Donadon e altri imprenditori hanno coronato un progetto a lungo coltivato: una scuola di cultura digitale.
Come ogni cosa ben pensata in quest’epoca che cerca senso, il progetto è animato da uno spirito di utopia realizzabile: è teso insieme a incidere su un insieme inscindibile di dinamiche sociali, culturali ed economiche, nei limiti delle capacità di chi lo interpreterà e concretizzerà.
Il progetto servirà a contribuire alla conoscenza dell’evoluzione delle possibilità legate al digitale: si assume una responsabilità nei confronti della società e del suo territorio, pensando ai bambini, ai genitori e agli anziani che vogliono imparare a usare la rete senza subirla; una responsabilità nei confronti del tessuto di imprese esistenti che vogliono conoscere in che modo possono pensare al digitale come un’opportunità; una responsabilità nei confronti delle imprese che ancora non esistono, che sono nei sogni, nell’energia, nella visione di giovani che vogliono cogliere nel digitale uno degli strumenti utili a far nascere la loro azienda. Di fronte a queste responsabilità, l’Accademia sarà soprattutto un luogo di occasioni culturali che speriamo possa aiutare le persone che la frequenteranno a tirar fuori il meglio di sé, nel contesto aperto della grande rete globale, nella consapevolezza dei valori del territorio dal quale vengono, per l’opportunità di farli crescere.
Complimenti per la lodevole iniziativa, i presupposti per lavorare (e bene) ci sono tutti e anche solo arrivare a quel (in realtà poco) che si può vedere finora dando uno sguardo al sito e alle foto, direi che un piccolo traguardo è già stato raggiunto. Siete la conferma che esiste un ampio e variegato sottobosco di italiani che vogliono fare innovazione, e che sta prepotentemente venendo fuori con iniziative a cui, se non viene dato spazio, semplicemente se lo prendono.
Mi auguro, vista gli intenti e l’ottimo capitale umano che ne è coinvolto, che le stesse opportunità del digitale possano essere sfruttate in tutti i progetti e le idee da chi non ha modo di seguirvi direttamente sul territorio, ma ha ugualmente interesse a seguire i convegni, i corsi e i dibattiti che, sono certo, saranno un ottimo strumento di diffusione di una cultura nuova e giovane più per il modo di pensare che per una mera questione anagrafica (e il mito dell’età anagrafica, si sa, è solo un mito, non senza qualche sfumatura di demagogico giovanilismo; i contenuti, invece, a patto che siano buoni, non hanno età).
Per dirne una: sarebbe stato interessante seguire l’opening in streaming.
Ancora in bocca al lupo! 🙂