La piattaforma unica per i pagamenti con i cellulari, voluta da tutti gli operatori normali e alcuni virtuali, è stata annunciata senza spiegare quanta parte delle transazioni resterà alle telco e quanta andrà ai fornitori di contenuti e servizi.
In passato, le telco italiane volevano la maggior parte del prezzo della transazione. E questo ha ridotto lo sviluppo delle applicazioni e dei contenuti sulle loro piattaforme. Oggi hanno di fronte il benchmark della Apple, col suo 70% a favore dei produttori di software e contenuti. E se gli editori, come Class e Sole 24 Ore, si sono detti pronti a collaborare, vuol dire che hanno informazioni incoraggianti.
La Banca d’Italia non dirà niente fino a che si tratta di acquisti in beni digitali da fruire con gli stessi strumenti mobili che hanno effettuato il pagamento.
Vedi Pierani. Comunicato.
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