Google ha rilasciato una pagina con tutte le novità che introdurrà il 3 ottobre nella politica della privacy sui suoi servizi online.
La principale novità, si direbbe, è la semplificazione del linguaggio e la riduzione della lunghezza delle pagine che gli utenti dovranno leggere per informarsi sul modo in cui Google tratta le informazioni che possiede su di loro. Ed è un buon segno. Come è piuttosto rilevante che sia stato messo in chiaro il sistema con il quale le persone possono disattivare tutti i cookies, anche quelli vagamente nascosti e non solo quelli più facili da raggiungere.
Ma per interpretare correttamente le novità dovremo dare una letta più profonda e condividere le impressioni. Per ora ho visto le reazioni di Nick Bilton e Robin Wauters.
Dubito fortemente sulla semplificazione…
almeno sulla semantica – se non sulle traduzioni in lingua inglese – Google è da ammirare.
Quando vuoi ti invio i dati estratti da una sessione ( con firefox e firebug on) con google.
http://fattore0.blogspot.com/
Io credo sia un’astuto tentativo di modificare la percezione che gli utenti hanno di Google (prima e) dopo la figuraccia fatta con Buzz, quando al lancio ha collegato automaticamente gli utenti che usavano GMail facendo scoprire gli altarini. pensa, banalizzando, se io avevo tra i contatti un concorrente della mia azienda o la ragazza con cui tradivo la mia fidanzata e possiamo fare altri mille esempi. Mossa di marketing o no un po’ di semplificazione non può che fare bene, se ben fatta!
Nice post,tks for sharing
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Tks a lot!
Credo ci sia bisogno di aspettare ancora un po per capire meglio.
Dubito nelle semplificazioni
@Mario
Infatti l’articolo di Nick Bilton pubblicato sul NYTimes cita le parole di Marc Rotenber secondo il quale, tra le altre cose, il fatto che Google abbia deciso di unificare le policy di 12 dei propri prodotti potrebbe non permettere più agli utenti di decidere dove far comparire i propri dati e di non poterli più gestire separatamente in ogni prodotto. Il che potrebbe essere anche verosimile, anche se la considerazione è un po’ maliziosa.
Anche io credo ci sia bisogno di aspettare, ed infatti l’ho detto nell’articolo che ho scritto per Iubenda.