Esther Dyson scrive del futuro della ricerca online. Citando Bill Gates: «Il futuro dei motori di ricerca non è nei nomi, ma nei verbi».
Ricorda le tre fasi dello sviluppo di questa tecnologia:
1. Yahoo! mette in campo persone che fanno una guida ragionata alle migliori pagine web;
2. Google mette in campo un algoritmo che migliora i risultati ottenuti automaticamente da Altavista e valuta in base al numero di link che una pagina ottiene da altre pagine web;
3. Twitter e Facebook, nello spazio dei social network segnalano pagine web in base alle preferenze e curiosità e valutazioni delle persone con le quali si è in qualche modo collegati.
La prossima fase di sviluppo dipende dalla capacità delle tecnologie di passare dalla ricerca dei “nomi” alla ricerca dei “verbi”. Insomma, le nuove search non devono servire solo a trovare informazioni, ma devono aiutare a passare all’azione. Per ora, dice Dyson, questo si vede soprattutto nei motori verticali: medicina, consumi, viaggi.
Non è che Bill (ed Eshter) intndono dire che il futuro è la ricerca semantica (o sintattica), che appunto si basa sul riconoscimento dei verbi ?
Il futuro delle search secondo me sta nelle squadre di calcio… 🙂
Proprio oggi scrivevo queste due righe sul blog
http://micheket.wordpress.com/2010/08/21/domanda-per-gli-esperti/
Ci vorrebbe un buon esperto di SEO ( o forse di calcio? o forse di turismo) per spiegarmi certi risultati :))