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Ma dov’è l’Italia?

Grande Ethan Zuckerman a TED. Chiusi nel gregge di quelli che la pensano come noi, abbiamo una visione del mondo distorta. Elif Shafak dimostra la forza delle storie per costruire una cultura cosmopolita. E David McCandless usa la raffigurazione dei dati statistici per superare stereotipi e luoghi comuni.

Ci si accorge che l’Italia è il paese dei luoghi comuni. Il dibattito autoreferenziale rischia di produrra una cultura contemporaneamente cinica e poco critica.

Ma l’Italia è potenzialmente il posto perfetto per superare gli stereotipi: nessuno nell’occidente civilizzato ci considera degni di farne parte, i paesi mediterranei ci accettano solo perché siamo un posto dotato di soldi ma diverso da loro perché popolato di xenofobi; di certo non possiamo essere accolti tra i paesi emergenti e neppure tra i grandi costruttori di contemporaneità.. in effetti non siamo apparentemente in nessun posto stereotipato nel nostro tempo e nel nostro spazio.. siamo un nodo della rete globale dotato di caratteri locali visibili e unici.. tanto è vero che secondo la Doxa all’estero piaciamo più di quanto ci piaciamo da soli…

Sembra un po’ incoerente? Non lo è. Siamo un bellissimo posto ma non siamo “come” nessun altro posto: potenzialmente uno degli ambienti più favorevoli al cosmopolitismo. Dobbiamo solo imparare a distinguerci dalle brutte figure che tendono a fare i nostri rappresentanti. Del resto, non siamo certo la prima democrazia che vota contro i suoi interessi.

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  • Premettiamo che ho apprezzato l’articolo.
    Vengo però al sodo: chi dovrei votare? Chi è degno di un voto?
    So che non è il nodo centrale del suo articolo ma rimane il nodo centrale quando io povero cittadino stuprato da media, giornalisti, politici, agenzia delle entrate e via dicendo.
    Chi dovrei votare? No perchè la scelta ricade tra malfattori, lestofanti, ignavi, giustizialisti, cattocomunisti, ciellini comunque tutti accomunabili da un unico comune denominatore: fanno parte di circoli chiusi ben attenti a tutelari i propri (e solo i propri) interessi.
    Noi Italiani ci vediamo peggio di chi ci guarda da fuori perchè viviamo uno stillicidio quotidiano sotto la regia di una classe dirigente dalla statura morale paragonabile solo a quella di un nano da giardino.
    Vi prego, ditemi chi devo votare.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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