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Caso per caos

Il petrolio del Golfo del Messico e l’ambiente globale. La nuvola del vulcano islandese e i voli aerei. La crisi greca e l’euro. Fenomeni caotici, interconnessioni mondiali. Se ne conversava ieri, con Ket. Fanno apparire i grandi potenti della Terra come persone che non sanno che cosa possono davvero fare. Eppure devono intervenire. 

Problema da far tremare i polsi. Perché forse indica la necessità di cambiare le forme dei governi. Ma certo non spiega come fare. A quanto pare, i fenomeni caotici non si governano vietandoli: si indirizzano con interventi strategici capaci di generare feedback positivi. Per riuscire occorre comprenderli fino in fondo. E forse non basta.
Stiamo assistendo a una riduzione del potere politico a una tra le molte potenti centrali di decisione collettiva. E forse a una sua trasformazione in un sistema essenzialmente votato a raccontare (anche con i fatti, ovviamente) una storia che accomuni molte persone e molte forze, in modo che si coordinino per percorrere una strada il più possibile condivisa.
Le conseguenze di tutto questo possono essere enormi. Forse le stiamo già osservando.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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