Dal punto di vista cognitivo i tablet hanno un passo in più. Perché noi impariamo con tutto il corpo, non solo con gli occhi e il cervello. E i gesti che dobbiamo compiere per accedere alle informazioni fanno parte dell’esperienza che poi ci ricordiamo.
Prendere un libro dalla libreria o sfogliare una rivista, andare avanti e indietro nelle pagine, strappare un foglio, o sottolineare, sono gesti che hanno a che fare con l’apprendimento. Se l’unico modo di apprendere fosse quello di accedere a qualunque contenuto schiacciando sempre lo stesso bottone del mouse, avremmo un’esperienza più limitata. Va già meglio quando invece di sottolineare prendiamo una citazione e la mettiamo su Tumblr o Twitter.
Una rivista sull’iPad con il suo speciale multitouch e le varie metafore della libreria e delle applicazioni, un device che si usa portandolo in giro per la casa (chi vuole anche fuori), può aggiungere manualità all’esperienza di apprendimento su contenuti digitali. E per questo generare un piacere di leggere in più. Vedremo.
Intanto, John-Henry Barac (che ha fatto l’app del Guardian) risponde alle domande sul suo modo di vedere un giornale sull’iPad proposte da Joshua Benton di NiemanJournalismLab.
In effetti quello di non poter manomettere i pdf più di tanto sul computer è un grande limite. Ho provato per un anno a studiare solo su schermo, ma è difficile. Mi sono accorto quest’anno tornando a stampare mucchi di carta che con un evidenziatore alla mano la cosa funziona meglio.