Un maestro di giornalismo, spiega che le migliori risposte nelle interviste si ottengono facendo bene le domande. E lo spiega con un aneddoto:
Un domenicano e un gesuita stanno leggendo il breviario. Il gesuita fuma.
Il domenicano osserva: “Ma come: fumi mentre leggi il breviario?”
E il gesuita: “Sì, ho ottenuto il permesso dal vescovo…”
“Anch’io ho chiesto il permesso, ma mi è stato negato” dice il domenicano.
“Ma come glielo hai chiesto?”
E il domenicano: “Ho detto al vescovo: ‘Eminenza, posso fumare mentre leggo il breviario?’ E lui mi ha cacciato in malo modo”.
Il gesuita sorride: “Hai sbagliato la domanda. Io ho chiesto: ‘Eminenza, posso pregare mentre fumo?’ E lui ha approvato con gioia…”
Bellissimo anedotto! Io lo racconto sempre agli amici e ai colleghi quando bisogna coniare qualche frase “politicamente corretta”.
Ricordo di aver letto questa storiella su una “bustina di minerva” di Umberto Eco, tanti anni fa.
C’era qualche piccola varianante per i protagonisti: al posto del domenicano Eco aveva messo un francescano, appartenente anche lui alla fascia degli ordini predicatori ma di livello più grossolano e sprovveduto rispetto ai seguaci di Guzman padri dell’inquisizione.
Lo scenario era un chiostro e al posto del vescovo c’era l’abate priore.
Umberto Eco aveva scelto questa metafora per spiegare i travagli cattolici nel concepire un titolo all’incontro di preghiera di diverse comunità confessionali ad Assisi: “Pregare Insieme ad Assisi” oppure “Assisi. Insieme per Pregare”?
Ovviamente si scelse la seconda.