Twitter, Skype, Facebook, funzionano straordinariamente bene per l’informazione su una catastrofe come quella di Haiti e sottolineano come l’informazione, la solidarietà e l’emozione siano in certi casi un’unica dimensione umana. Intanto, su Google appaiono le immagini satellitari del disastro (rww).
Anche in questo caso, purtroppo, il tema è che nella rete non ci sono solo le larghe maggioranze di persone oneste e sincere, ma anche gli squallidi sciacalli. Per questo l‘Fbi avverte che non è bene donare al primo che chiede soldi per Haiti via social network.
E’ uno strazio vedere che pochi maledetti possono rendere sospettosi tutti. Ma di fatto è meglio essere intelligenti. La Cnn riporta i consigli dell’Fbi, sulla base dell’esperienza di catastrofi precedenti, e offre un insieme di link per trovare enti affidabili ai quali consegnare il proprio gesto di solidarietà. Ancora una volta, l’ecosistema dell’informazione è completo e funzionante se si tiene insieme la meravigliosa energia del pubblico attivo e il lavoro di verifica e controllo che qualcuno deve avere il tempo e i mezzi per fare, con la dovuta tempestività. I social network migliorano l’informazione professionale e questa quando si muove può migliorare l’informazione sociale.
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