E allora la taiwanese Prime ha annunciato di voler acquistare la E-Ink, pioniere dei display per libri e giornali elettonici. Dai prof del MediaLab che avevano fondato E-Ink è arrivata in più di dieci anni tutta l’ondata di novità che ha reso possibile tra l’altro il Kindle. E che oggi rende possibile l’enorme conversazione sui lettori digitali, considerati uno dei possibili futuri dei giornali. (Un commento di GigaOm).
A parte il fatto che questo scenario è solo uno dei diversi possibili. E a parte che per esempio l’iPhone e i suoi successori o competitori sono potenziali lettori di ebook e ejournal molto diffusi, potenti e comodi, con un modello di business solido. A parte questo, è pur vero che la notizia dell’acquisizione accelera i processi. I taiwanesi probabilmente si preparano a produrre lettori in vasta scala. E i professori di Boston non possono mettersi in mezzo nei processi che devono portare quelle dimensioni di scala.
Ora, con i milioni guadagnati, finalmente, che cosa faranno? La prossima versione, più potente, a colori, con migliori feature… La storia dei lettori di ebook e ejournal sta accelerando. Google, Amazon e Apple sono in partita. Gli editori ci sperano. Il pubblico, invece, prende tempo. Se verrà fuori un’offerta veramente intelligente la valuterà. Ma la strada è lunga: un intero ecosistema deve adeguarsi. E non è composto solo di lepri tecnologiche, ci sono anche gli elefanti editoriali.
Ho come la sensazione che qui ci potrebbe essere latente un’altra convergenza evo-distruttiva: e-ink a colori, OLED flessibili, tecnologie touch e memorie flash. Pensavo fosse stato possibile solo con nanoteconologie veramente avanzate, ma forse ci voranno solo cinque anni.