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Società multietnica / 3

Confesso. Sono multietnico per ragioni familiari. Un po’ mediorientale e un po’ meridionale, un po’ sloveno e un po’ tedesco, un po’ padano e un po’ veneto. Ho vissuto in vari paesi del mondo e in molte città d’Italia. E cerco di parlare tre lingue. Sono multietnico da cinquanta generazioni e da due ancora di più. Vengo da una regione dalla quale la gente emigrava in tutto il mondo per trovare lavoro e nella quale ora immigra per trovare lavoro. E nella quale trova lavoro. Sono multietnico e credo in una sorta di religione interreligiosa, per cui sento che l’ecumenismo è la via giusta. Lo confesso.

Confesso anche che credo nelle regole che, più o meno democraticamente, un popolo si dà e penso che vadano applicate. Casomai cambiate per via altrettanto democratica. Ma finché ci sono vanno applicate. E ho l’impressione che l’Italia debba gestire l’immigrazione, in modo umano e giusto, ma senza subirla passivamente. Con molta gratitudine per chi viene a lavorare qui e accetta le nostre leggi. Sapendo che, statisticamente, ci sono più fuorilegge nati in Italia che fuorilegge immigrati…

Ho l’impressione che il dibattito sulla società multietnica vada circoscritto al tema definito dalla parola. Multietnici siamo da sempre in questo paese e continuiamo a esserlo. Anche se in certe zone d’Italia i contatti con le etnie diverse sono stati molto più frequenti che in altre zone d’Italia. Se oggi al governo ci sono persone che esprimono più le seconde che le prime, questo non significa che la società non sia già da tempo multietnica. Non significa che non ci si debba preparare all’inevitabile incremento della diversità etnica in questo paese. Perché comunque la diversità etnica è cresciuta molto negli ultimi anni. E con ogni probabilità continuerà a crescere nei prossimi anni.

All’inizio dell’industrializzazione italiana, secondo l’Ethnologue, in Italia si parlavano molte lingue, oggi in via di estinzione anche a causa della tv. Ma nel frattempo siamo entrati a pieno titolo in Europa. E ora siamo italiani o siamo europei? Se siamo europei, siamo a maggior ragione multietnici.

ps. Grazie per il dibattito uscito in riferimento a un post precedente. Grazie. Capisco meno i commenti alla foto che ritrae le persone di varie origini che giocano per la società calcistica messa su dallo stesso politico che ha dichiarato di non volere una società multietnica. Ma mi rendo conto di non capire molto di calcio.

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  • Premesso che non mi interessa per nulla il calcio, non vedevo neppure io una relazione tra la negazione della multietnicità italiana fatta dal presidente del Consiglio e la multietnicità della squadra di calcio il cui padrone è il presidente del Consiglio. I giocatori sono lavorati a contratto temporaneo, e alla fine delle loro prestazioni sono rimandati alla patria di origine; quindi non si mischiano con la pura italica razza.

  • Nel dibattito molto ideale sui nostri rapporti con gli immigrati, manca una considerazione più concreta: la base elettorale della Lega è composta da piccoli e medi impenditori che vivono del lavoro degli immigrati. Non credo che la Lega non voglia gli immigrati. D’altra parte, la politica che sta portando avanti indebolisce moltissimo il potere contrattuale dei lavoratori immigrati. I clandestini possono essere addirittura trattati come schiavi, perché ormai sono considerati meno di niente dalla nostra società. Dice: ma anche per gli imprenditori che li utilizzano sono previste pene. Hai visto mai. E nel caso, quello si chiama rischio d’impresa. Ma anche i regolari sono appesi all’avere un’occupazione per restare in Italia. E questo li rende estremamente vulnerabili quando si siedono al tavolo delle trattative. Insomma, la “sinistra” rischia di cadere in un dibattito sull’identità che interessa solo a lei, non a quelli che sugli immigrati si stanno arricchendo. Azioni spettacolari come riportare indietro un barcone ha l’effetto di spaventare chi è già qui, più che chi deve ancora arrivare. Imho.

  • Luca… devo affrettarmi a leggere tutti i post che mi sono sfuggiti del tuo blog. Appena l’ente preposto scoprirà che sei familiarmente multietnico questo blog sarà costretto a chiudere i battenti…

  • La base elettorale della Lega NON E’ composta da piccoli e medi imprenditori (fare il 10 per cento nazionale con i piccoli e medi imprenditori mi sembra un “vaste programme”). Almeno andatevi a leggere gli studi. L’ultimo, pubblicato sul Sole, è di una settimana fa.

  • Gli autonomi non sono le PMI infatti, è una ditta individuale, tipo quella delle pulizie che aveva Lindo e Rosa, gli amanti delle pulizie. Quelli hanno votato alla Lega, moltiplicali per gli operai impauriti e allo stesso tempo allibiti del suo piccolo capo. Molti onesti che pagano le tasse e non sanno che il governo, al lordo di qualche posto in enti strumentali, non ne toglierà neanche una. Però sono quelli che si sentono legittimati a evadere, non eludere, che non sanno neanche che si può fare per legge. Gli avvocati votano quasi tutti per l’american gigolo. Gli italiani non solo sono multietnici senza saperlo, ma addirittura non sono neanche italiani se non fosse stato per la televisione, sottoscrivo. Quella è stata l’alfabetizzazione. Quindi la missione torna in seno alla mamma Rai.
    Non vedo l’ora, ne usciranno delle belle.

  • Emanuele: Lega uguale evasori. E assassini !!!! Viva gli operai, no, abbasso.
    Gli talianoi nn esistono, viva la RAI, no abbasso. Il governo non toglie le tasse, vva le tasse, no abbasso. I miei complimenti (sul serio): sei riuscito a compendiare la linea del PD su quasi tutto.

  • Non la prendere troppo sul personale suvvia! Complimenti per la sintesi semantica à la Hjelmslev. Questo è strutturalismo.
    Quando riprendi i dati del Sole, leggili bene, non è che se l’analisi non prevede la categoria PMI, ne deduci che sono il 10% degli Autonomi.
    Mi accolli la difesa d’ufficio del PD, facciamo una cosa, ti lascio seviziare Fassino, voglio Calderoli però.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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