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Mercoledì, 30 maggio 2007
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Trasparenze internettare
Eric Schmidt dice che internet è una forza a sostegno della democrazia perché obblica i politici a essere più trasparenti. D'altra parte, molti temono che Google conosca tanto di tutti i suoi utenti da farli diventare a loro volta trasparenti. E Schmidt è molto trasparente nel raccontare le sue strategie in materia. Come diceva Scott McNealy, del resto, sul web non esiste privacy, punto e basta. Ma deve essere per forza così? Io insisto a non volerci credere. Vorrei che le persone che scelgono di essere pubbliche siano trasparenti e quelle che scelgono di essere private possano restare tali.
8:26:42 PM
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Ma chi ti ha dato la patent?
Bel post di Redmonk sull'amore/odio delle grandi aziende di software nei confronti del sistema dei brevetti. Una relazione troppo complicata per non avere implicazioni - insieme - positive e negative. Secondo me, sono tatticamente positive e strategicamente negative. O mi sbaglio?
8:21:31 PM
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Meditazioni papali papali Quanti articoli si leggono: meglio ricordarli con qualche appunto
Leggo che il Vaticano è d'accordo con l'entrata della Turchia in Europa. Mi pare una buona notizia. Inutile fare i finti ingenui: anche se il parere del Vaticano su questo argomento non dovrebbe essere particolarmente rilevante, sta di fatto che lo è.
E' certamente più rilevante su questioni di esegesi dei testi sacri e di interpretazione storica della vita religiosa come quelle sollevate da un bell'articolo di Time di qualche tempo fa. David Van Biema scriveva su Time di Jacob Neusner, studioso della religione ebraica autore di un libro che dimostra a suo modo di vedere come Gesù non fosse il messia atteso dal popolo ebreo perché modificava troppo le regole tradizionali della Torah. A lui Josef Ratzinger dedica un'attenzione molto ampia nel suo ultimo libro per dimostrare che Gesù era proprio il messia. Non c'è nulla di male nel rimanere su posizioni prevedibilmente diverse. E' bello però che due esperti di religione si confrontino. E che riflettano sulle rispettive prospettive religiose. Peccato che, dopo aver riflettuto, non facciano molti passi avanti. Era su Time del 4 giugno 2007 ma forse per disattenzione non ho trovato il link: in compenso ho trovato queste altre informazioni.
Fa venire in mente una chiosa a un intervento superinteressante di Giuseppe De Rita, di qualche giorno fa sul Corriere. De Rita vede due oligarchie non una in Italia. Indipendenti. Qualche volta in conflitto. Quella imprenditoriale è sempre più debole perché la finanza internazionale non consente troppi margini di manovra protetti. Quella statale gioca con i tesoretti che riesce di volta in volta a generare. De Rita spera che non appaia una sintesi in grado di ritrovare la struttura statalista venuta fuori dopo la crisi del Trenta e foriera di grandi disastri. La chiosa: pensando a quanto conti il pensiero vaticano in Italia, verrebbe da dire che c'è anche una terza oligarchia. E che sono tutte indipendenti e interdipendenti. Si sono separate nel tempo. Ma il tempo le conduce a incontrarsi, o scontrarsi, continuamente su temi strategici. La società italiana è davvero complicata.
8:12:51 PM
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