Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Sabato, 27 gennaio 2007

Divulgazione partecipata

La vicenda della raccolta di spiegazioni dei blog in 2000 caratteri è andata avanti in modo fantastico. E grazie a Sid05 potrebbe diventare davvero un fenomeno molto interessante.

Riassumo:
1. Ho pubblicato una descrizione di quello che penso sia un blog destinata a chi non ne sappia quasi nulla in meno di 2000 caratteri.
2. Luca Conti ha suggerito che poteva diventare un vero e proprio meme e insieme lo abbiamo lanciato.
3. Come risultato almeno cinquanta persone hanno deciso di partecipare. I loro interventi sono stati raccolti su questo blog e su altri.
4. Una conseguenza collaterale di questa ricerca è che Luca Conti ne riassumerà il senso e i contenuti su Nòva nel numero in uscita il prossimo giovedì. Il che è stato approvato dai partecipanti.
5. Infine Sid05, appunto, ha visto in questa idea della divulgazione partecipata un fenomeno che si potrebbe generalizzare anche ad altre nozioni (e non solo a quella generale di blog): come feed, blogosfera, web 2.0 e così via.

C'è chi come Piero (che ha scritto nei commenti a questo post dimenticando di lasciare il link) ha addirittura usato le idee emerse come materiale per un corso sui blog che doveva tenere.

Mi pare che l'idea meriti un approfondimento. Si potrebbe partire con un secondo concetto e poi un terzo in modo pragmatico e un po' disordinato. Oppure si potrebbe fare una riflessione metodologica prima di tutto (Sid ha già buttato lì l'idea di arrivare a un wiki: Marco nel suo stile ha suggerito l'uso dell'haiku...). Inviterei a parlarne tutti i partecipanti a questo primo meme e chiunque si senta interessato. Ma, in stile meme, appunto, vorrei (se hanno tempo) il parere di Paolo Valdemarin, Luca Conti, Sid05, Gigi Tagliapietra, Piergiovanni Mometto, Lele Dainesi, Giuseppe Granieri.

E soprattutto di chiunque passando di qui si senta attratto dall'idea...

11:45:19 AM comment [];

Perché tutto questo caos?
Il governo per settori industriali non si capisce più

Le operazioni di liberalizzazione del ministro Bersani non riescono a trovare accoclienza positiva. Chi ne è contento tace. Chi ne è scontento urla. Risultato: ogni mossa di Bersani sembra conquistargli una sorda stima di molti e una disastrosa conflittualità con pochi.

Logico, da un certo punto di vista. I vantaggi delle liberalizzazioni, tentate o portate fino in fondo, sembrano avvantaggiare un poco tutti ma svantaggiare molto alcuni. Per cui il rumore delle proteste è superiore ai commenti positivi.

E' probabile peraltro che le liberalizzazioni possano portare benefici al sistema in termini di maggiore concorrenza. Con qualche effetto disinflazionistico che si potrebbe addirittura sentire nel potere d'acquisto di tutti.

Che cosa si dovrebbe fare per non assistere a questa situazione, dunque?

Ovviamente il primo tema è comunicare meglio. La finanziaria pesante si era resa necessaria per il buco lasciato dal precedente governo. Ma perché non dirlo chiaro? Invece si è prodotto uno stillicidio di annunci negativi che ha lasciato l'impressione in tutti di averci rimesso molto più di quanto effettivamente non sia stato. E senza la consapevolezza chiara dei vantaggi che da questa finanziaria deriveranno.

Per comunicare meglio le liberalizzazioni occorre fare uno sforzo di astrazione. Proporrei questo schema interpretativo:
1. Non siamo più nell'epoca industriale ma nell'era della conoscenza.
2. Dunque non si ragiona più per settori industriali, ma si affronta il concetto di ecosistema.
3. Questo significa che si conosce la logica caotica che governa l'economia e si abbandona l'idea che il sistema sia un insieme di funzioni lineari.
4. A questo punto non si agisce più su singole categorie ma si parla dell'insieme descrivendo non la singola misura che tocca una piccola parte del sistema ma sempre l'architettura complessiva dell'operazione in atto (seppure realizzata per tappe).
5. Non si descrivono le misure come indirizzate a taxisti o edicolanti ma in quanto tese ad aumentare le opportunità di sviluppo per tutti: si vogliono far sparire non le barriere difensive delle categorie ma i vincoli alla crescita di ciascun business!

In ogni caso lo stillicidio è deleterio.

Lo dimostra la diversa accoglienza ottenuta dalle misure annunciate da Gentiloni. Parla di sistema, avvia consultazioni, si pone come regolatore non come giocatore nella partita competitiva dei media. E riesce a mantenere la sua credibilità. Tanto che per contrastarlo deve scendere in campo lo stesso capo dell'opposizione con frasi evidentemente rischiose per la sua immagine di politico perché lo rigettano nella sua funzione di capoazienda ("un piano criminale contro le mie proprietà private").

Ho l'impressione che Bersani e Padoa Schioppa dovrebbero imparare da Gentiloni. Anche perché Gentiloni ha chiaramente imparato da internet. Non è un paradosso: per conoscere le dinamiche fondamentali della società della conscenza si deve riflettere profondamente. E l'unico laboratorio che consente di riconoscere i fatti che segnalano le tendenze di fondo nel nuovo paradigma della conoscenza (il mondo post-industriale) è proprio internet.

Vorrei sapere che ne pensano a Margo.

Tag: governo, liberalizzazioni, epoca della conoscenza

10:51:11 AM comment [];