Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
Plus news about media and cultures.



Global Voices

Creative Commons License

Scrivimi


blog italia, directory blog italiani
Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Subscribe to "Luca De Biase" in Radio UserLand.

Click to see the XML version of this web page.

Click here to send an email to the editor of this weblog.

 

 

Martedì, 9 gennaio 2007
 

Steve Jobs

Oggi è stata una giornata notevole. L'approccio alla sala delle conferenze, faticoso. I modi della gente che si occupa del pubblico alla Apple sono meno che gentili. Molto meno. Anzi. Gli addetti della Apple che gestiscono la coda per entrare e controllano che non si telefoni durante il keynote di Steve Jobs sono al punto di incontro tra il servizio d'ordine di Lotta Continua e le guardie del corpo di Silvester Stallone. Non sono simpatici.

Le minimalia della vita quotidiana si affacciano alla mente mentre aspetti in piedi davanti all'entrata. Hanno detto: "Domani dovete essere alla sala delle conferenze alle 7:00, massimo 7:30. La conferenza è alle 9:00". Sono lì alle 7:30. Non lasciano entrare nessuno. Prima i vip. Si aspetta. Si aspetta. Pigiati. Fino alle 8:45. Le parole che definiscono quelli della Apple mentre passa il tempo peggiorano inesorabilmente... Si arriva alla sala delle conferenze e cominciano a rompere le scatole per far chiudere i cellulari. Il wifi è spento. Gli italiani telefonano, comunque. E scrivono con il palmare sui commenti del blog (avendo radio non potevo scrivere direttamente il blog...).

Quando arriva Steve Jobs il clima cambia. Si aspetta tranquilli, perché ha l'aria di avere una cosa da dire.

La cosa la sanno tutti gli appassionati. Lo vedo quanto se ne parla sul web. Mi hanno detto che ne ha persino parlato il tg.

«Oggi, qui, facciamo un po' la storia». Questo l'esordio di Steve Jobs. Per chi pensa che la storia si faccia con le piccole cose che diventano grandi innovazioni, quello che è seguito è stato all'altezza.

Prima gli annunci sulle vendite. «Due miliardi di canzoni vendute su iTunes. Un milione e 300 mila film in quattro mesi. Una stoccata a Zune di Microsoft («2% del mercato nel mese di lancio, novembre»). L'arrivo della AppleTv che porta senza fili al grande schermo televisivo i contenuti di iTunes, le foto e tutto quello che c'è in un Macintosh. E poi la notizia: «Ho aspettato questo giorno per due anni e mezzo. Molte persone vivono momenti come questo una volta nella vita, se sono fortunate. Noi della Apple siamo stati molto fortunati: nel 1984 abbiamo rivoluzionato il mondo dei computer, con il Mac, nel 2001, abbiamo cambiato per sempre la musica, con l'iPod-iTunes. Oggi cambiamo il telefono».

Ha ragione. L'iPhone non è altro che internet e il mac che prendono possesso del telefono. E' una svolta di quelle che si sentono. Ci vorranno da sei mesi a un anno prima che esca. Ma farà effetto.

Il punto è questo. Si sapeva da anni che internet doveva invadere il cellulare: non era successo finora a causa di un atteggiamento timoroso dei produttori tradizionali di telefonini e di un vero e proprio terrore degli operatori. Perché internet può cambiare molto il loro business. Ma ormai la situazione è matura. Durante il discorso di Jobs, sono apparsi sul palco sia Eric Schmidt, capo di Google, che Jerry Yang, fondatore di Yahoo!: gli internettari più importanti del mondo sono andati a rendere omaggio all'uomo che finalmente li porta sul serio sul cellulare.

Il problema?

Gli operatori. Accettare l'iPhone significa cambiare le offerte. Sbarazzarsi o quasi dei portali tipo iTim e Vodafone Live. Cambiare modello di business. Abbassare le pretese sui margini operativi. Gli operatori hanno resistito finora. E sono riusciti a tenere a freno i tentativi di innovazione di Nokia, Motorola o Microsoft. Ma non potranno resistere per sempre. E poi arriveranno gli operatori mobili virtuali anche in Europa. E questo avrà un impatto. Forte.

Intanto Jobs cambia nome alla sua azienda: non è più Apple Computer. Ora è solo Apple.

Ascoltando Jobs passa la rabbia per i modi dei suoi dipendenti. Perché quella gente lavora bene. E, come ha detto il cantante che ha terminato la conferenza, rende la vita più divertente.

Steve Jobs ha qualcosa in più dei suoi pari. Sogna sul serio e realizza sul serio. E' un artista, uno stilista, un ottimo capitano. Si esprime con la tecnologia, rendendola sintesi di idea e realtà.

Pensando all'affollamento di oggetti digitali in vendita, all'assalto del consumismo, al miliardo di telefonini venduti ogni anno si pensa: un ennesimo nuovo telefono non è necessario. Guardando questo oggetto si Jobs si pensa: è essenziale.

10:27:21 PM    comment [];

Due passi a San Francisco.
Pensando al Rinascimento 2.0

sanfrancisco5
Qualche foto e due parole a San Francisco


2:56:35 AM    comment [];



Click here to visit the Radio UserLand website. © Copyright 2007 Luca De Biase.
Last update: 1-02-2007; 15:08:50.
This theme is based on the SoundWaves (blue) Manila theme.
ECONOMIA FELICITA'





Politica/ blog
Politica/ scienza
Retorica catastrofica
Economia nuova
Scienza/ paura
Informazione/ comunicazione
Regole/ telecomunicazioni
Urgenze/ giovani
Chi ha ucciso i giornali?

fuji and lake
Ho visto, in Giappone...

sanfrancisco5
Due passi a San Francisco

(Nòva24Ora!)

www.flickr.com
LucaDeBiase's photos More of LucaDeBiase's photos


blog.debiase.com
www.debiase.com
Web


Google


Planisfero personale
First Monday
Reporters sans Frontières
EquiLiber
Doors of perception
Newseum
Jornalismo & internet
Top100 Qix
Future Exploration

Gennaio 2007
Dom Lun Mar Mer Gio Ven Sab
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
Dic   Feb