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Populisti o tecnocrati. Brexit è una questione di punti di vista. Tutti miopi

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Da decenni, la sterlina non andava tanto male come oggi. I mercati registrano dati negativi. Il governo inglese è in crisi. La Scozia pensa a un nuovo referendum per lasciare l’Inghilterra. Diversi paesi europei considerano la possibilità di tenere a loro volta un referendum sulla permanenza in Europa. E i leader europei si domandano che fare. Prevale l’incertezza.

Di certo c’è solo che mentre prima l’integrazione europea era un percorso presentato come ineluttabile ora è palesemente una scelta da compiere ogni giorno. Offrendo una politica e una visione costruttiva del futuro per i popoli dell’Europa. Altrimenti non si vede perché impegnarsi nell’integrazione.

Ma la Brexit ha evidenziato una realtà sottovalutata. I punti di vista divergenti non aiutano a costruire una visione comune. Secondo un punto di vista siamo di fronte al confronto tra il populismo stupido e un governo sovranazionale intelligente. Secondo un altro punto di vista siamo di fronte a un confronto tra un popolo libero e un sistema tecnocratico stupido.

In realtà, probabilmente si sono confrontati un populismo stupido e un sistema tecnocratico stupido. E hanno perso tutti.

Vedi:
A tragic split (Economist)
Brexit live: David Cameron resigns after EU referendum result (Guardian)
Farage’s life’s work comes to fruition with a stunning Brexit vote as he lauds a ‘new dawn’ for Britain outside the EU (Daily Mail)
Le Brexit provoque la panique sur les marchés financiers (Le Soir)
L’UE cherche à éviter un effet domino (Le Monde)
Juncker: chi è fuori sta fuori (Il Sole 24 ORE)
Die neue Wucht des Nationalismus (FAZ)
Turbulence and Uncertainty for the Market After ‘Brexit’ (NYTimes)

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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