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Apple in Italia. Ci lavoravano almeno da novembre. Grande Napoli!

E dunque anche Apple investe sul serio in Italia. Non più solo una filiale commerciale e qualche negozio, per quanto bello. Ora c’è un Centro di Sviluppo App iOS, a Napoli (Sole). La notizia diffusa stamattina fa seguito a quanto avevamo anticipato all’indomani del viaggio di Tim Cook in Italia lo scorso 11 novembre:

Il denaro che ha in cassa offre a Cook una libertà di scelta enorme. Un livello tale che il giudizio sulle sue scelte non può essere soltanto limitato alla capacità di generare altro denaro. È chiamato a rilanciare costantemente l’identità di un’azienda che innova con tanta profondità da poter offrire facilità e bellezza alla vita quotidiana dei suoi clienti e da alimentare di opportunità l’ecosistema degli sviluppatori. Ma che va oltre: un’azienda che conosce quanto sia strategico il suo ruolo nel mondo, tanto da lavorare consapevolmente per contribuire incisivamente sulla sostenibilità dello sviluppo e, insieme, la salvaguardia dei diritti dei cittadini, con un’attenzione particolarmente importante per la privacy. E che alle giuste critiche sul trattamento dei lavoratori nelle fabbriche dei suoi fornitori risponde costruttivamente, rendendo trasparente un percorso di miglioramento che si dimostra più attento di quello di altri produttori. Non sempre tutto questo riesce e convince. Ma certamente è questo il percorso sul quale Cook si vuole e si deve misurare.

Anche per questo, non stupisce che l’incontro di una persona come Tim Cook con il premier Matteo Renzi tenda a concentrarsi sul terreno dello sviluppo e del contributo che Apple può dare. L’Italia sta dando prova di poter meritare un’attenzione maggiore di quella che il gigante americano le ha riservato nei decenni precedenti. E trapela che Cook abbia mostrato una disponibilità a investire risorse più importanti nei paesi che le meritano. Non è certo incoerente con l’impostazione strategica di Cook. L’impatto sociale della Apple è certamente misurabile sul piano dei temi globali, come la riduzione delle emissioni con l’obiettivo di arrivare al 100% di consumo di energia da fonti rinnovabili e l’azione di moral suasion nei confronti dei fornitori e dei competitori perché facciano altrettanto. Ma dovrà anche imparare a misurarsi con i temi regionali. Un’azienda consapevole del suo impatto sociale non può non vedere comeil suo ruolo sia in parte diverso nei diversi contesti locali. È un’opportunità che è stata, a quanto pare, esplicitamente considerata da Cook nel quadro del suo colloquio con il premier. Per l’Italia è l’opportunità di alimentare l’ecosistema dell’innovazione locale con il contributo dell’esperienza e delle risorse della Apple (Sole).

Bello che questa nuova strategia parta da Napoli. Nòva ha avuto il privilegio di lavorare a Napoli con la collaborazione di due giovani come Giovanna D’Urso e Rocco Marco Guglielmini sostenuti da altrettanti grant offerti dalla STM e ha scoperto una ricchezza straordinaria nella cultura della tecnologia e dell’innovazione, un vero e proprio ecosistema, vagamente coperto, nell’attenzione che di solito gli si dedica, dalle difficoltà secolari della città (NòvaGrant). Ma la scelta di Apple sembra dimostrare che non era un pio desiderio, ma un potenziale vero.

È una notizia importante anche per l’Italia nel suo complesso, dopo gli annunci di Cisco e GE, che investono in questo paese. Non potevano restare indietro, peraltro, visto che Google e Amazon avevano a modo loro già dimostrato grande attenzione per il nostro sistema. Del resto, Microsoft e Ibm, come altri, ci sono già da tempo. E la stessa STM ha sempre sostenuto la grande competenza che esiste in Italia. Con costi degli ingegneri e sviluppatori relativamente limitati (il che sarà corretto a loro favore con la crescita del nostro mercato e della nostra consapevolezza, si spera).

Ora il punto è farne un elemento di crescita per l’ecosistema, per la cultura della tecnologia e per la consapevolezza delle opportunità internazionali che questa modernizzazione digitale offre al paese. Non è qualcosa che arriverà e col quale dovremo fare i conti. È qualcosa che c’è. E questa modernizzazione è la strada obbligata per passare dalla genialità degli esportatori a una connessione operativa stabile con il mercato internazionale, per passare dall’insieme degli innovatori solitari e isolati all’ecosistema dell’innovazione scalabile.

Questo è il comunicato della Apple di questa mattina. Da notare il riferimento alla collaborazione sui MEMS, cavallo di battaglia proprio della STM. I sensori sono un grande asse di sviluppo tecnologico italiano. Che dimostra come la retorica del declino sia sopravvalutata. Ma ecco il comunicato:

Apple apre in Italia il primo Centro di Sviluppo App iOS europeo

La prossima generazione di sviluppatori acquisiranno competenze e accelereranno l’imprenditorialità

ROMA – 21 gennaio 2016 – Apple ha annunciato oggi la creazione in Italia del primo Centro di Sviluppo App iOS d’Europa, per fornire agli studenti competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di app iOS per l’ecosistema di app più innovativo e vivace al mondo.

Il Centro di Sviluppo App iOS, sarà situato in un istituto partner a Napoli, sosterrà gli insegnanti e fornirà un indirizzo specialistico preparando migliaia di futuri sviluppatori a far parte della fiorente comunità di sviluppatori Apple. Inoltre, Apple lavorerà con partner in tutta Italia che forniscono formazione per sviluppatori per completare questo curriculum e creare ulteriori opportunità per gli studenti. Apple prevede di ampliare questo programma estendendolo ad altri paesi a livello mondiale.

“L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo e siamo entusiasti di aiutare la prossima generazione di imprenditori in Italia ad acquisire le competenze necessarie per avere successo”, ha affermato Tim Cook, CEO di Apple. “Il fenomenale successo dell’App Store è una delle forze trainanti dietro gli oltre 1,4 milioni di posti di lavoro che Apple ha creato in Europa e presenta opportunità illimitate per le persone di tutte le età e aziende di ogni dimensione in tutto il continente.”

Apple è un potente motore di crescita in tutta Europa e l’ecosistema dell’azienda ora supporta oltre 1,4 milioni di posti di lavoro, tra cui 1,2 milioni attribuibili alla comunità di creatori di app, ingegneri software e imprenditori che creano app per iOS, così come lavori non legati alla tecnologia sostenuti direttamente e indirettamente dall’app economy.*

La crescita senza precedenti di App Store ha aiutato gli sviluppatori in Europa a guadagnare oltre 10,2 miliardi di euro dalla vendita delle loro app in tutto il mondo.

In Italia, oltre 75.000 posti di lavoro sono attribuibili all’App Store e la comunità degli sviluppatori è vivace. IK Multimedia ha lanciato la sua prima app nel 2009 e da allora ha avuto oltre 25 milioni di download. Musement, lanciata nel 2013, è ora disponibile in sette lingue e 300 città in 50 paesi, rendendo facile per le persone prenotare viaggi ed escursioni in mobilità.

Roberto Macina, CEO e fondatore di Qurami, ha detto: “Apple è costantemente all’avanguardia dell’innovazione e questo ci sprona a creare la migliore esperienza mobile, capace di rendere la vita più facile ai nostri clienti. L’ecosistema Apple è il centro attorno a cui ruota il nostro lavoro, e, potendo creare codice per tutti i sistemi operativi Apple, è bastato davvero poco per portare Qurami su ogni dispositivo: iPhone, iPad e Apple Watch.”

Migliaia di aziende si stanno espandendo grazie al loro lavoro con Apple, che supporta centinaia di migliaia di posti di lavoro nelle piccole e grandi comunità in tutta Europa. Laboratorio Elettrofisico con sede a Milano costruisce alcune delle più sofisticate apparecchiature di magnetizzazione al mondo e la loro tecnologia consente alcune delle caratteristiche magnetiche all’avanguardia nel settore che si trovano nei prodotti Apple. Apple lavora inoltre con i principali produttori europei di MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems), che creano microscopici componenti che rappresentano il cuore di alcuni incredibili sensori e tecnologie audio all’interno dei dispositivi iOS.

*Stima sull’impatto occupazionale basata sulla ricerca del Dr. Michael Mandel, Progressive Policy Institute. “App Economy Jobs in Europa”, 21 gennaio 2016

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  • […] Gioia e tripudio a secchiate, petti gonfi di italico orgoglio, ed un via vai di condivisioni entusiastiche hanno accompagnato in ogni dove l’annuncio. Il quale è sempre stato riportato con un numero, preso dal comunicato stampa di Apple e ripetutamente sottolineato: “In Italia, oltre 75.000 posti di lavoro sono attribuibili all’App Store“. Del resto è esattamente l’opportunità di creare posti di lavoro, e dunque occupazione e benessere, la motivazione principale che spinge la politica ad attivarsi per questo tipo di collaborazioni (“Cose del genere non capitano per caso, il governo e la Presidenza del Consiglio le hanno cercate e coltivate per molto tempo“, cit) e a chiudere un occhio su 800 milioni di euro evasi (di cui però la metà son stati pagati, neh!). […]

    • sul numero di posti di lavoro non ho fatto cenno perché non so come sono calcolati e soprattutto se sono dovuti all’economia della app o se quelle stesse persone avrebbero comunque fatto altro in mancanza delle app.. che la cosa di Napoli sia importante per diverse ragioni sono convinto… che ci sia una relazione con le questioni fiscali della Apple nei vari paesi e con le questioni Antitrust di Bruxelles è da dimostrare ma non insensato… di certo non è una relazione facile e banale da leggere.. quanto al merito del governo in questa faccenda direi questo: la Apple aveva chiarito e capito da tempo che deve diventare un po’ più “locale” nei diversi mercati, impegnandosi e investendo di più nelle varie aree dove ha un grande mercato, anche perché i suoi concorrenti lo fanno… che abbia per questo scelto l’Italia e Napoli ha un significato positivo per l’azione che ha fatto il governo e per il potenziale che probabilmente hanno visto nell’ecosistema napoletano.. se questa è andata bene va detto, senza nascondere quelle che non vanno bene (cosa che qui facciamo, nei limiti delle mie capacità)

  • Beh io non sono un fanboy e personalmente non mi interessa esserlo. Io penso che fino ad oggi in Italia siamo stato molto stupidi, perché abbiamo puntato molto sulla tecnologia prodotta in altri paesi, in italia abbiamo ottimi ingegneri, e professionisti in grado di produrre macchine uguali se non migliori di quelle straniere. Oggi Apple (che fino a ieri aveva evaso al fisco milioni di euro) decide di investire in Italia. Bene staremo a vedere finora ci hanno snobbato tutti. Investi in Italia porti soldi qui, come riconoscenza la pubblica amministrazione dovrebbe gettare nel cesso la Microsoft e passare ai sistemi di Cupertino. Io lavoro nella pubblica amministrazione e praticamente tutto Microsoft , senza che Microsoft abbia mai investito in Italia (per questo dico siamo stati stupidi). Chi ci aiuta lo aiutiamo senza alcuna sudditanza o soggezione……

  • Stiamo parlando di due Colossi Informatici, se ancora nella Pubblica Amministrazione figurano sistemi microsoft ci sarà pure un motivo. La risposta è che Microsoft già dagli anni 90 riusciva ad importare prodotti molto competitivi acquisendo così notevole padronanza in tutto il mondo, se avrete notato nella Pubblica Amministrazione , al giorno d’oggi figurano sistemi operativi come Windows Xp, perchè è stato uno dei migliori, se non il migliore sistema operativo che abbia mai sviluppato Microsoft. Io ogni giorno utilizzo entrambi i sistemi è posso assicurarvi che ognuno ha delle caratteristiche differenti.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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