L’Agcom è un nodo fondamentale per comprendere come l’Italia si muoverà nella grande trasformazione dei media prevedibile per i prossimi anni. Un’Agcom trasparente, che conosce e riconosce sia le lobby che i portatori meno forti e organizzati di punti di vista diversi che esistono nella società in modo altrettanto trasparente, sarebbe più forte e capace di decidere.
Invece di continuare ad aspettare che la saggezza del Governo e le logiche del Parlamento generino la nuova composizione dell’Agcom – che si rinnova il prossimo maggio – si potrebbe cominciare ad aprire una consultazione che porti tutti gli interessati a rendere noti i loro punti di vista, a informare gli altri sui fatti che vedono, a contribuire alla definizione di una prospettiva di azione equilibrata e innovativa per la prossima autorità delle comunicazioni.
Il programma sarebbe orientato a fare emergere le tesi, le notizie, le discussioni che le varie bolle di punti di vista stanno coltivando per creare un terreno culturale comune. La trasparenza delle forze che spingono le decisioni in un senso o in un altro sarebbe un passaggio di maturazione importante per un argomento che coinvolge tutti: una logica multistakeholder è l’unica che possa servire davvero all’ecosistema dell’informazione. (cfr. Crossroads)
Ne parla Luca Nicotra e cita l’idea Nicola D’Angelo.
[…] opinioni sulle nomine delle grandi Autority in scadenza, per non parlare della Rai. Dell’Agcom si detto molto. Per le altre istituzioni si è detto ancora di più. Probabilmente, c’è […]
[…] e la consapevolezza della loro importanza si sono fatte strada in questo strano 2012, dal marzo scorso in avanti. E il pezzo di ieri del New York Times dimostra che si tratta di una questione di […]
[…] compatire Agcom, Quintarelli, New York Times Nomine Agcom: la trasparenza, la rete e le decisioni Consultazione per un’Agcom multistakeholder Share ‹ Previous Post Carlo Rovelli, su Edge: la fisica non si occupa di […]
[…] anche: Consultazione per un’Agcom multistakeholder (5 marzo 2012) Share ‹ Previous Post Sei ore alla Naba. Fenomenologia […]