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Sul prossimo futuro di Nòva

Ogni cambiamento suscita timori e ravviva speranze. Vale anche per Nòva. I timori sono comprensibili. Ma le speranze non devono essere tradite.

Le notizie diffuse oggi dal Post sul cambiamento alla guida di Nòva, riprese da tantissime persone su Twitter e Facebook, sono state interpretate più dal lato dei timori. Devo ringraziare la generosità di chi ha voluto reagire lanciando una campagna con il tag #tenetedebiase: so che è stato un gesto scherzoso e anch’io ne ho sorriso di gusto… Ma, in fondo, è stata un’esagerata personalizzazione dell’argomento. Se c’è una cosa importante da chiedere alla rete è questa: non facciamo che questo episodio diventi un motivo di scoraggiamento per chi sente il bisogno e per chi ha la volontà di innovare in Italia. Per quel poco che vale il mio lavoro, e soprattutto il lavoro di tutti coloro che hanno fatto Nòva, quello che serve è sostenere, raccontare, credere nell’importanza storica degli innovatori. E’ straordinario quanto decisivo sia “crederci” – non “illudersi”, ma “crederci” – quando si innova. E far sentire soli i costruttori del futuro è una delle armi dell’inerzia, la cui unica forza è lo scetticismo.

Ebbene ora che la riunione è finita, posso raccontare quello che ho capito.

Giovedì, dopodomani, Nòva uscirà come al solito. Il numero successivo sarà pubblicato domenica 19 giugno. Avrà la dimensione grande del quotidiano e un numero di pagine tale da costringere tutti a una maggiore brevità. Nòva sarà guidata da un nuovo responsabile – in bocca al lupo a Fernanda Roggero – e rinnoverà la suddivisione degli argomenti, in base alla visione del direttore Roberto Napoletano. In queste ultime settimane ho lavorato con i colleghi al numero zero, tentando di interpretare le indicazioni del direttore: continuare a offrire idee, ma allargare il tiro per aiutare le imprese a comprendere le novità tecnologiche e applicarle, aggiungendo più informazione per i consumatori su ciò che il mercato offre. Il risultato pratico si vedrà strada facendo e toccherà a Fernanda, con i colleghi, trovare il giusto mix. Del resto, la redazione sarà quella di sempre: una redazione curiosa, saggia e impegnata, che ha imparato ad attraversare fiduciosa i passaggi più incerti dell’esplorazione cui sono chiamati i giornalisti dell’innovazione e a godere con i lettori dei momenti più luminosi della ricerca. E i grafici che hanno sempre saputo fare di Nòva una lettura creativa, continueranno a contribuire alla leggibilità e all’intelligenza dell’inserto, con il loro sofisticato pensiero laterale. Ma la grande schiera degli autori che hanno fatto la storia di questo inserto e che continueranno ad arricchirlo di storie importanti, si troverà a disposizione uno spazio più limitato. Questo è probabilmente il vero aspetto triste della situazione. Certo, la sintesi ha un valore per il pubblico che è sempre sottovalutato da chi scrive. Ma bisogna ammettere che è difficile adattarsi all’idea che il contributo delle centinaia di persone che come collaboratori appassionati hanno esplorato il mondo e raccontato l’innovazione su Nòva avrà meno spazio.  

Io scriverò. Per Nòva e per il Sole. Sempre cercando come “cambiare pagina“. Come ha chiesto il direttore, avrò una funzione di “editor”. Cioè – per quanto sono capace – portatore di idee. Sorridete del paragone, assurdamente sproporzionato: a qualcuno è venuto in mente il ruolo di “editor at large” che aveva avuto Kevin Kelly lasciando la direzione del suo mitico Wired anni Novanta… Vabbè: a qualcuno piace scherzare.

Ma non è giusto – non è giusto! – considerare tutto questo come una perdita. E non c’è nessun motivo per pensare che i lettori che alla domenica comprano il Sole per abbeverarsi della grande tradizione dell’inserto culturale del giornale non trovino utile il nuovo inserto. Le scommesse editoriali vanno prese per quello che sono: proposte. E promesse. Che vanno a due verifiche: quella dei lettori e quella del mercato. Il successo che sinceramente mi auguro con tutto il cuore del nuovo inserto è una speranza che vale la pena di coltivare. Si rivolgerà a persone diverse, forse. Ma forse più numerose.  

Il mio compito è quello di studiare, ascoltare e raccontare quello che succede là dove ancora non c’è un manuale d’istruzioni. Dove i fatti si incrociano con la visione, l’energia, l’indignazione di chi crea realtà che non esistevano. E continuerò a farlo. Quanto a Nòva, occorreva una guida dell’inserto più adatta a interpretare con attenzione il suo nuovo assetto.

Che succederà poi? Nella vita ci si adatta, si fa quello che è possibile. Ma il limite del possibile può essere spostato. E, nel nostro tempo, ce n’è molto bisogno.

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  • Caro De Biase
    visto che in parte l’idea dell’hashtag è mia confermo che è scherzosa fino ad un certo punto.
    Mi dispiacerebbe se il livello (oltre alle pagine dedicate) “scendesse” più in basso.
    Abbiamo bisogno, in questo paese, di cultura scientifica, di andare ad esplorare le nicchie della innovazione, fare capire che innovare è battere praterie aperte e a volte si è costretti a tornare indietro, perché c’è un crepaccio, e che a volte nel crepaccio ci si può cadere.
    Perché innovare è rischiare.
    Vedremo cosa esce.
    Intanto grazie per il lavoro fatto in Italia in questi anni per spostare un po’ più in là la frontiera.
    Troppo spesso probabilmente inascoltati.
    E in bocca al lupo per il nuovo incarico, il giornale ne ha bisogno (il sogno è che l’innovazione diventi tema giornaliero, non da inserto)

  • Caro De Biase
    visto che in parte l’idea dell’hashtag è mia confermo che è scherzosa fino ad un certo punto.
    Mi dispiacerebbe se il livello (oltre alle pagine dedicate) “scendesse” più in basso.
    Abbiamo bisogno, in questo paese, di cultura scientifica, di andare ad esplorare le nicchie della innovazione, fare capire che innovare è battere praterie aperte e a volte si è costretti a tornare indietro, perché c’è un crepaccio, e che a volte nel crepaccio ci si può cadere.
    Perché innovare è rischiare.
    Vedremo cosa esce.
    Intanto grazie per il lavoro fatto in Italia in questi anni per spostare un po’ più in là la frontiera.
    Troppo spesso probabilmente inascoltati.
    E in bocca al lupo per il nuovo incarico, il giornale ne ha bisogno (il sogno è che l’innovazione diventi tema giornaliero, non da inserto)

  • continuerò a seguirti per avere ancora tante informazioni. Tante e tanto preziose per chi cerca di capirci qualcosa

  • Caro Luca–
    Anche se rimarrai a farci compagnia sulle pagine del Sole ci mancherai. Ci mancherai come responsabile di Nòva. Ci mancheranno la tua vena visionaria, la tua saggezza umana e la tua competenza editoriale. Ci hai aiutato ad affrontare temi difficili ed a portarli all’attenzione del paese, ci hai aiutato a costruire una comunità intorno a Nòva e a farla crescere ogni giorno, ci hai aiutato a cercare strade nuove per l’innovazione di cui questo paese ha tanto bisogno… perciò non chiederci di non essere dispiaciuti. Una cosa ti possiamo dire: noi non smetteremo di crederci.
    un abbraccio, Arturo

  • Prima Wired e ora Nòva…spero che questo “cambiare pagina” verso un pubblico più ampio di lettori non andrà a discapito della qualità e dell’innovazione! In bocca al lupo e ovviamente…#tenetedebiase!

  • è quantomeno curioso che si chieda di “allargare il tiro per aiutare le imprese a comprendere le novità tecnologiche e applicarle” e si sposta l’inserto nell’unico giorno in cui le imprese in qualche modo “staccano”. Come se sino ad ora Nova24 avesse parlato della tecnologia sognata e di qualcosa di irreale e impraticabile. Di certo gli argomenti trattati da Nova24 sino ad oggi erano attuali e utili, se si voleva aiutare a comprendere forse serviva solo più spazio, non certo di meno. La sensazione che passa è che gli argomenti che si vuole trattare nella nuova versione di Nova24 siano “argomenti della domenica”, cioè un di più, un lusso per chi ci vuol perdere del tempo, che durante la settimana si lavora. Li vedo proprio gli imprenditori italiani che dicono alla segretaria “mi raccomando, voglio il Sole anche di domenica, perché c’è Nova”. E la segretaria che risponde “devo farle avere anche l’abbronzante?”. In ogni caso in bocca al lupo. Ma non a lei, che non ne ha certo bisogno, date le capacità, in bocca al lupo a chi vuole informazione di valore, perché informazione di valore ed informazione di massa non sarà mai la stessa cosa e ormai è chiaro che gli editori preferiscono dare la seconda e non la prima.

  • Caro Luca dal notevole aplomb, mi fa piacere che non ti tolgano lo stipendio (lo dico senza alcuna ironia e con molto rispetto), meno piacere mi fa che si aprano così ampi spazi alle marchette, sottraendone alle visioni, almeno questo mi sembra di capire, anche dalla scelta del target. Le visioni non scompariranno, e forse questa svolta è solo un necessario compromesso, ma mi spiace lo stesso.
    alla prossima.

  • vedremo caro Luca. Di certo, “editor at large” o meno, Nòva non sarà più la stessa cosa e, nonostante le parole del suo post, qualcosa inevitabilmente perderà. E con esso, putroppo, perderemo qualcosa anche noi tutti. Vorrà dire, anche se non credo sarà facile, che proverò a adattarmi anch’io.
    Mi auguro, come lei dice, che la scommessa possa essere vinta, per tutte le parti in gioco: Lei, Nòva e noi lettori.
    In ogni modo, in bocca al lupo per tutto il resto (che credo sia parecchio) 🙂
    un sentito e sincero abbraccio

  • In bocca al lupo. Grazie mille per quello ci ha dato come direttore di un inserto tra i più interessanti che conosco e leggo. La sintesi è importante ma dare meno spazio è un’altra cosa. A presto.

  • Caro Luca, voglio darti un grazie di cuore per i Nòva di questi anni per i quali ho collaborato con grandissimo orgoglio le volte che sono riuscito a farlo. E’ partito tutto con il concorso aperto OpenNòva (ricordi?) dove inviai il primo pezzo, tanta carta è passata. Non lo so se leggerò ancora Nòva o meno ma era l’ultimo giornale di carta. Mi spiace ma ti seguirò in altre stimolanti e sempre innovative avventure, fosse Nòva o il Sole poco importa.
    Restano sempre le persone, la forza delle loro idee.

  • Caro Luca, grazie per avermi permesso di collaborare con NOva. Mi hai aperto le porte pur non sapendo minimamente chi fossi e solo per la curiosità che ti aveva suscitato il mio spunto. Nova era uno dei pochi appuntamenti con la carta che mi erano rimasti. Ora temo saranno ancora meno. a presto

  • salve direttore, adesso posso confessarlo: conservo, accuratamente impilati, tutti i numeri di Nova da lei diretti. So che questa informazione non aggiunge molto, ma in certi definitivi momenti è giusto sapere che si è stati accompagnati anche da dei fanatici. Grazie.

  • Ciao Luca, che dire?
    spiace che la tua avventura con nova cambi tono, perche’ il prodotto ti somigliava molto, ed era un bel prodotto. E c’e’ ancora poca attenzione all’innovazione in questo Paese, ridurne gli spazi e’ autolesionistico, e forse un po’ mio anche dal punto di vista editoriale.
    Sento che rimarrai, in qualche modo, e comunque ci ritroveremo in rete, nelle nuove iniziative che stai avviando. Ne approfitto per fare gli auguri agli altri della redazione, un bel gruppo che spero abbia la possibilita’ di restare coeso e continuare.
    E’ stato un piacere e un onoro lavorare con te.
    antonio

  • In bocca al lupo. Sono profondamente amareggiato e deluso. Ho seguito Nova sin dai suoi esordi e l’ho apprezzato nel tempo, via via sempre di più.
    Spero che il Sole non si stia giocando il suo futuro.
    Ancora buon lavoro, ovunque esso sia, continuerò a seguirla: è sempre un piacere aiutarsi a far girare il cervello.

  • Innovazione non è roba per pochi giovini strampalati. Innovazione è roba per milioni di vecchi in coda per il bug Poste. L’innovazione è morta, lunga vita all’innovazione

  • In bocca al lupo Luca, sono d’accordo con te. Le cose cambiano, in fondo questo è il bello. Grazie, è stato un piacere onorarmi di scrivere per il tuo Nova

  • Caro Luca
    devo dire che è questa una delle rarissime volte in cui leggo un onesto e costruttivo commento da parte di chi potrebbe invece essere un po’ arrabbiato per quanto gli sta accadendo.
    Onore al merito per la lucida tua posizione umana e quindi professionale.
    Auguro anche a me stessa di saper sempre spostare il limite del possibile e di poter vedere quel che accade in questa azienda con la stessa positività..
    Grazie, lela

  • lasciando perdere la parte più “markettara” del nuovo Nóva, c’è una cosa che mi preoccupa, ed è la concisione richiesta in futuro. Se vivessimo nel migliore dei mondi possibili, essere concisi sarebbe un vantaggio, come diceva già Pascal; però spesso concisione significa semplicemente sciatteria 🙁

  • Ho smesso di leggere Nova da tempo perché esprimeva una visione salottiera delle tecnologie. Spero che questo cambio possa portare aria fresca e punti di vista diversi in Nova, ancorati anche a quello che succede realmente e non solo a quello che piacerebbe che fosse.

  • C’e’ bisogno del Sole24ore per produrre Nova nei tempi di Internet? Non credo. Sinceri auguri e stima rinnovata.

  • Sinceramente mi dispiace, per te che ti sei sobbarcato un lavoro non indifferente, svolgendolo sempre con curiosità e professionalità, ma anche per noi, i tuoi lettori. “Continuare a offrire idee, ma allargare il tiro per aiutare le imprese a comprendere le novità tecnologiche e applicarle, aggiungendo più informazione per i consumatori su ciò che il mercato offre”. Se la filosofia è quella di essere un servizio più vicino alle imprese (che non necessariamente dispongono del personale esperto che colga le potenzialità della Rete), ecco, sono perplesso, perché mi sembra più importante offrire suggestioni a di chi queste cose se ne occupa già, da vari punti di vista (o magari, e questa sarebbe la cosa più importante, potrebbe sentirsi spinto a farne una professione). In altri termini, contribuire a far crescere la consapevole conoscenza degli individui del web 2.0, delle sue tendenze e delle sue opportunità, mi sembra venire incontro ai bisogni di tutti, non ultimi a quelli delle aziende stesse. Comunque, continuerò a seguire i tuoi contributi, e ti auguro buon lavoro.

  • Caro Luca,
    Nova è stata, per come è stata negli ultimi anni, un riferimento indispensabile per costruire una lettura non banale dell’innovazione, sociale e tecnologica.
    Tanto più apprezzabile, questo merito, quanto più isolata è stata la sua voce nel panorama di una stampa italiana appiattita sui luoghi comuni degli uffici stampa dei produttori di tecnologia.
    E’ in corso oggi una guerra tra chi vuole che la ricchezza prodotta dalla rete sia sottratta alla sua naturale collocazione nel campo dei beni comuni, e chi resiste, con le sole armi del sapere diffuso, a questa prospettiva di impoverimento.
    Molti sono gli eventi di questi ultimi mesi che sembrano una guerra di posizione, che include la collocazione professionale delle persone, in vista di una battaglia finale.
    Lasciami temere che anche il destino di Nova sia parte di questo disegno.
    Un motivo in più per rinnovarti stima ed amicizia
    Giulio De Petra

  • Non avevo ancora metabolizzato Riccardo Luna e oggi leggo questo.
    Io non so cosa dire.
    Solo che spero vivamente di non trovare abbassata la scollatura di queste testate perché sono pagine da leggere, non da scorrere, non da guardare. Sono pagine da studiare.
    A me mancherai.

  • Nòva è qualcosa di unico nel panorama dell’informazione in Italia. Dubito fortemente che questa scelta porti qualcosa di buono, ma credo faccia parte di un impoverimento generale palpabile ormai ovunque. In ogni caso in bocca al lupo a te, Luca!

  • Gentilissimo Luca, mi sembra che in Italia si faccia di tutto per restaurare e non certo innovare. Un paese che ogni anno di più si impoverisce, economicamente, moralmente e strutturalmente. Un paese che da 30 anni è vittima di un rimbambimento televisivo indotto da un signore che da 15 anni legifera per i cavoli propri.
    Santoro che lascia la RAI, tu che devi lasciare NOVA (diciamo le cose come stanno), Luna che deve lasciare Wired (non una gran perdita a dirla tutta visto che l’edizione italiana rappresentava la brutta copia delle edizioni USA/UK): uno scenario da brividi in prospettiva. Evidentemente la parola d’ordine è RESTAURAZIONE. Bene, la facciano i generali di questa povera italietta! Ma il mondo nel frattempo andrà avanti alla velocità della fibra ottica (mi domando chi spiegherà più cosa sia e quali meraviglie apporti) e qui, in Italia, i grandi protettori della restaurazione rimarranno uccellati. Peccato che gli italiani saranno ostaggi di questa politica gerontocratica e oligarchica dove uno come Marchionne (turiamoci il naso! Fiat, dopo essersi fatta finanziare dagli italiani per mezzo secolo, ora gira le spalle e saluta…) sta dimostrando che o si abbattono le regole o si va a fondo. Confindustria lo capirà?
    Per fortuna esiste ormai Internet, ovunque e per chiunque. Che Nova smetta di fare Nova sulla carta non lo vedo come un problema, anzi… forse senza volerlo il tuo Gruppo sta proprio andando nella direzione giusta. Il luogo giusto di Nova è in Rete e lasciamo alla carta la sua vecchia funzione di vecchio media monodirezionale dove tu (giornalista) parli e io (obsoleto lettore) ascolto e assimilo come un vegetale.
    Nell’era dei blog e del giornalismo partecipato, continuare a chiamare Nova ciò che puzzerà di vecchio sara come prendere in giro se stessi.

  • Caro Luca,
    si puo’ discutere se sia giunto il momento
    di “… aiutare le imprese a comprendere le novità tecnologiche e applicarle, aggiungendo più informazione per i consumatori su ciò che il mercato offre..”
    Ci sono sicuramente degli snodi per il Paese, quali la cultura dell’innovazione, la lettura trasparente dei mercati, il ruolo della finanza…per i quali e’ lecito attendersi un incremento delle “voci” chiamate ad esprimersi.
    Sapra’ Nova promuovere le energie per un dibattito rinnovato , non tanto sui temi, quanto sulle implicazioni , in primis che attecchisca nel Paese e si diffonda un laboratorio dell’innovazione applicata ai mercati?
    Personalmente ci vorrei essere per dire la mia..
    RV

  • Caro De Biase, ti cito:
    “Strategia. L’innovazione, radicale o moderata che sia, è l’unica strada che possono seguire le persone che non stanno ad aspettare che i governi o che i capitalisti diventino saggi. Sono le persone che non si concentrano sulla spartizione delle risorse che ci sono ma sulla creazione di nuove risorse. Che non combattono per la suddivisione del territorio che c’è ma vanno alla ricerca di nuovi territori e di nuove frontiere. Scientifiche, tecnologiche, creative.”

  • Auguri a Fernanda Roggero e Luca De Biase. Senza nulla togliere a Nòva, consiglio per un’approfondimento e una seria riflessione sui temi legati alla tecnologia, ai media e alla televisione: http://www.linkmagazine.blogspot.com/.
    Grazie per Nòva alla redazione tutta, buon lavoro alla nuova direzione.

  • “Nòva 24” è stata l’unica testata che, senza raccomandazioni di sorta, mi ha permesso di portare un contributo di proposte e di idee e di scrivere sugli argomenti che ritengo più interessanti e importanti. Cerco di essere ottimista ma, da quanto leggo, è difficile non pensare che gli spazi per questo si ridurranno di molto. E’ un peccato.
    Comunque un grazie sentitissimo.

  • Caro Luca continua a lavorare come hai fatto fino ad oggi. Abbiamo bisogno di fiuto e di idee. Temo che Nova non sarà più la stessa.
    Grazie

  • Caro Luca, apprendo con stupore la ristrutturazione di Nova che ritenevo essere uno strumento importante, originale ed autorevole nel panorama dell’innovazione sociale e tecnologica.
    Sono certa che saprai trovare altre occasioni per occuparti di questi temi con l’entusiasmo, la cultura e la professionalita’ che contraddistinguono il tuo modo di essere e di operare.
    Con rinnovata stima, Clara Fresca Fantoni

  • Nòva era l’unica fonte nella carta stampata italiana che, oltre ad illustrare le innovazioni tecnologiche, prestava un’attenzione speciale e costante alle conseguenze ed agli effetti di tali tecnologie sui loro utenti.
    Ho usato l’imperfetto ma spero di dover correggerlo in un presente.
    In ogni caso, auguri per le tue nuove avventure ed esplorazioni del senso della societa’ tecnologica!
    Con affetto
    Luca

  • in bocca al lupo alla redazione per la nuova sfida editoriale di Nòva, certamente qualcosa cambierà, quello che resta è la grande professionalità e la Visione di un professionista come Luca de Biase…che lascia la direzione con un’eleganza senza pari e con una “leggerezza” che ritrovo tra le pagine dei Memos di Calvino…

  • Non mi risulta che Kevin Kelly abbia mai diretto Wired…
    Il primo direttore è stato Rossetto, il secondo Anderson…

  • Caro Luca, ho lasciato passare del tempo più che altro per vedere le mie reazioni di lettore coinvolto a vari livelli e voglio darti in questo messaggio la sensazione che ho lentamente provato acquistando e leggendo con il Domenicale del Sole il nuovo inserto che dal giovedì viene ora allegato al Sole della domenica:
    Per chi ha letto “Flatlandia” di Abbot sarà intuitiva la sensazione del passaggio, rapido…quasi precipitoso, da un mondo a molte dimensioni al mondo del nuovo Nova a 2 dimensioni! Per chi non ha letto quel testo…chiediamo al Sole 24 di pubblicarlo come gadget in una prossima occasione, potrebbe essere utile per far capire a molti la scelta editoriale.
    In un prossimo intervento cercherò di essere piú propositivo e meno…disappointed, ho bisogno di capire come Massarenti tenta di riscattare arte, scienza, tecnologia e in fondo Cultura giocando la carta della filosofia come ‘ traduttore/ interprete’ di processi che vanno più veloci della …contemporaneità!
    Per ora un ” buon Novo lavoro”
    Dimenticavo, non compro piú il Sole il giovedì, non per ripicca, semplicemente rispondendo ad una normale piccola strategia di ottimizzazione dei costi quotidiani rispetto ai rendimenti medi.

  • Penso che Nova debba tener presente che innovazione non vuol dire necessariamente una cosa positiva per la societa’ ne per chi ne deteniene l’IP. Un po’ come il termine “riforma”. Alle volte a me sembra che Nova sembri un po’ la “Popular Mechanics delle startup e dell’IT”

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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