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Da Woodstock a Copenhagen

Stewart Brand, vagamente hippie, ispirato dalla foto della Terra vista dalla Luna, scriveva quarant’anni fa nello Whole Earth Catalog: «Siamo come dei, e potremmo anche diventa bravi in questo ruolo».

Ora Stewart, preoccupato dal cambiamento climatico, dice: «Siamo come dei, e dobbiamo diventare bravi in questo ruolo». Su Edge.

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Social ventures

A sentire economisti e politici, la crisi che viviamo è soprattutto una questione di fiducia. Il fatto è che la fiducia è generata da entità credibili. E nell’economia degli ultimi 50 anni è stata profondamente picconata la credibilità dello Stato, mentre negli ultimi 10 anni è stata picconata la credibilità del Mercato. Eccessi di sfiducia in queste super-entità hanno una base sensata ma hanno effetti devastanti. Si parla invece pochissimo dell’economia sociale, quella basata sulle cooperative e sulle imprese orientate, dal punto di vista delle finalità e...

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Piattaforme libere

Personalmente ho imparato una cosa nuova dalla vicenda di Georgy, il blogger georgiano che è stato la vittima di un attacco organizzato in modo da mettere in difficoltà il suo blog, il suo twitt e l’intera rete di social network, Twitter in testa. Ho imparato che chi vuole bloccare la libertà di espressione può fare leva proprio sul principale punto di forza dei social media: il fatto che siano usati da molte persone. La dinamica, ormai ricostruita, della vicenda. Georgy è il nome di un economista 34enne che vive a Tblisi dove si è rifugiato dopo la guerra dell’Abkhazia. Critico...

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Paul Romer: regole per lo sviluppo

Qual è la scala giusta per una politica di sviluppo? Non la nazione. Non il villaggio rurale. Ma la città. Però ci vuole una città che sia governata con le regole giuste. Città nuove nelle quali le persone possano decidere di andare a vivere. È l’idea di Paul Romer, economista a Stanford. 

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Alain de Botton e Sviluppina

Un bel post di Sviluppina ha sottolineato recentemente la sofferenza connessa all’ideologia della meritocrazia e dell’achievement in un contesto che fatalmente non consente a tutti di raggiungere qualunque risultato. Alain de Botton ricorda come la sofferenza non consista nella difficoltà di realizzare se stessi, ma nel confronto con gli altri.

Approccio ormai molto indagato. Vedi anche Economia della felicità (appunti).

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6 ore di lezione di genomica sintetica

Origine della vita, sintesi di esseri viventi in vitro, connessioni bio-elettroniche, nanoindustria, biosensori, … Una lunga lezione di George Church e Craig Venter di genomica sintetica. Su Edge. Sottotesto: che cos’è la vita? Bella domanda per tutti… E nonostante che in molti se la siano posta da secoli, la risposta è ancora una vicenda aperta e decisiva. Si direbbe che per Church un sistema genetico che si replica sia l’elemento essenziale della vita. Non sappiamo a che cosa servano la stragrande maggioranza dei geni. Ma l’idea è di intervenire e...

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La guerra delle parole e la guerra delle pallottole

Come spesso succede, i commenti a questo blog sono più interessanti dei post. E un esempio è qui. La guerra di Marco. Intellettuale spietato. La guerra per Marco ha l’obiettivo di terminare con la “con la fine della volontà di combattere da parte del nemico”. E nelle guerre di religione questo è possibile solo con la morte del nemico. Tamara non vede come fare i conti con le conseguenze di un simile pensiero. Il pensiero violento – à la Marco – è adatto a guidare l’azione ma non alle sue conseguenze. Finge di essere concreto come la politica e invece è...

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Se si può fare sarà fatto (?)

Un corollario dell’assunto che tutto sia governato da un’impersonale meccanismo – chiamiamolo la competizione globale – è la teoria secondo la quale se una tecnologia si può fare, allora sarà fatta. E in base a questa teoria, un gruppo di scienziati si è posto il problema dell’eventuale creazione di robot con un’intelligenza artificiale sufficientemente autonoma e potente da liberarsi dal controllo degli esseri umani e di fatto prenderne il posto nella catena evolutiva. Nel parlava l’altro giorno John Markoff sul New York Times. Non è un’idea...

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Il potere delle storie

Joseph S. Nye, il teorico del softpower, dice nel suo intervento sull’ultimo Foreign Affairs: «In today’s information age, success is the result not merely of whose army wins but also of whose story wins».

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La parola delle azioni

Mauro Magatti. «La crescente disponibilità di discorsi e l’espansione degli spazi dell’interpretazione soggettiva rendono sempre più difficile la condivisione intersoggettiva di significati; d’altra parte, lo straordinario sviluppo delle applicazioni tecniche stabilizza strutture e linguaggi che non solo rendono possibili rapporti tra estranei, ma generano anche una “verità” basata sulla forza dei fatti». (Libertà immaginaria, pagina 25).

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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