Questo post riguarda il concetto di “recentismo” usato come avvertenza per i lettori che incontrano certe voci di Wikipedia, come nel caso del partito “Alleanza per l’Italia“. E il dibattito intorno all’esclusione della voce sul “Movimento 5 stelle”. Vittorio Bertola aveva scritto una pagina sul Movimento 5 stelle. Ma Wikipedia non l’ha accettata. La discussione tra i partecipanti si concentrata sul fatto che si tratta di un partito troppo giovane, nato da tre mesi, e dunque le informazioni su di esso sono più da notiziario che da...
media
Federico Rampini
Chissà perché – sulla Repubblica di carta – Federico Rampini ha riscritto il pezzo di Gianni Riotta dal quale aveva preso avvio il dibattito sulla relazione tra internet e dinamica della conoscenza. Ai precedenti interventi se ne sono aggiunti altri: Destralab, Tre scogli, Giornalaio. Ed ecco i precedenti: Guido Vetere, CronacheSospese, Giornalisticamente, PDObama, e i già segnalati Maremma, Mantellini, Scene digitali, Pd Vedano Olona, BlogNotes, Tre scogli, Omniaficta, LostSpace, Spazio della politica, Ideas Repository, Vittorio Pasteris, Luca Massaro. Gigi, WebNotes. GardaLine...
Tablet editoriale
A quanto pare, il tablet della Apple arriverà accompagnato da una serie di accordi con editori in cerca di nuovi modelli di business: dopo Time Inc per Sports Illustrated, arrivano voci su HarperCollins e NYTimes. Dopo aver trovato un nuovo modello di business per la musica, la Apple starebbe impegnandosi a “curare” anche l’editoria.
Macchine del silenzio
Il governo cinese utilizza le compagnie internet che operano nel suo paese come poliziotti e collaboratori per limitare l’informazione che circola in rete. Ne scrive in un ampio commento Rebecca MacKinnon, dell’Open Society Institute, ex capo dell’ufficio di Pechino della Cnn, che sta scrivendo un libro sul futuro della libertà nell’era di internet. E il suo punto è questo: gli occidentali stanno imparando dalla Cina a considerare gli intermediari internet responsabili di ciò che fanno i clienti e gli utilizzatori delle loro piattaforme? Le notizie intanto si...
Owl… un’esplorazione di editoria online by Aol
Owl non è per adesso molto “completa”. E’ una libreria appena cominciata di articoli, guide, “how to…”, “sapevi che…”. Ma è un’iniziativa di Aol. Connessa con la mega chiamata a raccolta di scrittori e fotografi online che sperano di poter essere pagati per i loro contenuti sulla piattaforma Seed.
Miguel Gotor
Miguel Gotor partecipa al dibattito sull’evoluzione della conoscenza e la rete con un articolo sul Sole 24 Ore che andrebbe discusso. Da un lato sottolinea, giustamente, come il percorso di produzione culturale in rete debba recuperare un rapporto con i tempi della ricerca e dell’educazione, perché la straordinaria velocità del web si può equivocare in immediatezza. Dall’altro lato si preoccupa di attendibilità di Wikipedia e di digitalizzazione dei documenti storici con parole che sembrano indicare che il suo pensiero sottovaluti un dato di fatto che invece apparirebbe...
10 anni di Cluetrain
Cory Doctorow legge l’edizione del Cluetrain Manifesto aggiornata per il decennale. E’ sempre così attuale! Anche discutendo di conversazione e verità, quello che conta è ancora favorire la forza pacifica della voce umana nei confronti dei meccanismi automatici che ne prendono il posto (che oggi sappiamo non sono solo quelli del marketing; c’è anche la finanza, per esempio… oppure la violenza). Questo ha fatto emergere temi ricchissimi per l’economia della conoscenza, come autorità, reputazione, connessione… Certo, non si può fare a meno di vedere la...
Quando Google cambia punto di vista
Il mondo alla rovescia. Di solito Google è accusato di fare soldi aggregando contenuti di editori. Ora Google accusa altri aggregatori di fare soldi con i contenuti pubblicati su YouTube… (via RobinGood)
Beethoven, Anderson, Negroponte: valutazione della qualità
Questo post è troppo lungo;naturalmente a causa della fretta… I giornali di qualità. Nel sottotesto del dibattito sul futuro dell’informazione, gli editori si richiamano costantemente alla locuzione “giornali di qualità”. Il che avviene nel contesto di una valanga di perplessità (vedi il dibattito su www.veri.ta) relative a come si difende la qualità dell’informazione in rete dale pratiche del vandalismo, dell’estremismo, dell’integralismo. Ma del resto, visto da un altro punto di vista, tutto questo non è lontano dalla più generale questione del...
Sergey Brin per la manutenzione del “no evil”
Sergey Brin, a quanto pare, è l’anima della manutenzione della filosofia “no evil” di Google. Ken Auletta riporta un caso di un paio d’anni fa. Quando in assemblea fu proposta una mozione per chiudere i rapporti commerciali con la Cina, Sergey Brin si astenne mentre gli altri principali leader della compagnia votarono contro, dice Beet.tv. Jessica Vascellaro, su Wsj, in un articolo molto interessante, conferma il ruolo di Brin in questo dibattito interno sulla Cina. Le posizioni possono essere diverse tra i responsabili di Google: fino a che la cultura originaria...
Commenti