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Chi ha ucciso la riforma finanziaria

Robert Reich scrive per Salon un pezzo significativo. Che mostra come la politica americana sia impotente di fronte alla volontà della lobby di Wall Street sulla riforma finanziaria. Ma che cosa manca alla politica per poter agire? Non il potere, in apparenza. Ma l’idea di come usarlo. La lobby iperfinanziaria è capace di pagare i politici, suggerire opinioni, creare un contesto favorevole a certe opinioni, impaurire i contrari, far apparire “fuori dal mondo” e “non concrete” le idee divese. Negli ultimi trent’anni si è trovata a cavalcare una traformazione...

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iMussolini a testa in giù

Alla fine hanno tolto iMussolini dall’AppStore, dice iPhoneItalia.
Interessante che l’applicazione contenente i discorsi del Duce sia stata rimossa non per motivi di opportunità politica ma per motivi legati a una possibile violazione di copyright. (Questo è molto americano: per gli americani, in nome della libertà di espressione, si possono anche vendere materiali filonazisti online, cosa vietata invece in Francia, come ci ricordiamo dal caso Yahoo! di qualche anno fa).
Se c’è una cosa di cui gli editori possono stare tranquilli è che la Apple è attenta al copyright.

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Telecom-Telefonica, uhmm

Vincenzo Novari, della 3Italia, davanti al viceministro Paolo Romani, nel corso dell’ultima giornata marconiana, aveva lamentato come il blocco della costruzione della nuova rete veloce italiana fosse essenzialmente dovuto all’ostruzionismo del socio straniero di Telecom Italia. E il viceministro aveva annuito… Inoltre, non tutti i soci di Telco sono d’accordo con la vendita a Telefonica. Infine, le smentite e i no comment sulla possibile operazione sono molti. Forse troppi perché si possa pensare a una scelta già operata e a una decisione imminente. O almeno, speriamo...

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Il porto delle perle #1

Molte aziende bloccano l’uso di Facebook e dei social network ai loro dipendenti. L’Economist introduce il tema con spirito flemmaticamente critico:

“AN ASTONISHING amount of time is being wasted on investigating the amount of time being wasted on social networks.“

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Piani Mondadori per l’ebook

Maurizio Costa, ad di Mondadori, dice che la sua azienda avrà un’offerta ebook nel 2011. (via Luca).
Come diceva Gian Arturo Ferrari, a Segrate non hanno fretta.
(Anche perché è sempre vivo il problema della pirateria, fa notare Giornalisticamente…).

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Numeri: audience dei video online

Ashkan Karbasfrooshan, fondatore di Mojo, ha raccolto alcuni numeri e considerazioni importanti per capire che cosa sta succedendo ai video online e alla raccolta pubblicitaria che potrebbero ottenere. I suoi risultati in sintesi (incredibile il crollo dei portali e l’aumento dei valori dei principali servizi strutturalmente beneficiati dal passaparola, nel grafico in basso): 1. frammentazione della televisione Trent’anni fa il 90% della popolazione vedeva i principali canali televisivi generalisti. La Nbc per esempio era vista dal 30% della popolazione in prime time. Oggi solo...

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Diesel’s “be stupid” campaign

Smart is stupid. But stupid is not necessarily smart. Diesel’s “be stupid” campaign is evolving. It was about the difference between “brains” and “balls”, which was not at all new (just like the less than shocking difference between “head” and “heart”). Now it is about a much more interesting difference between the “plans” of the smart and the “stories” of the stupid. And it is going towards a more subtile: “smart may have the answers, but stupid has all the interesting questions”. Racked...

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iPad, oltre il rumore

Underwhelming, dice Larry Magid. L’iPad non ha colpito l’immaginazione più di quanto l’immaginazione di tanti osservatori avesse già compreso prima dell’annuncio. E, in questo contesto di marketing esasperato, come nella finanza più speculativa, non superare le aspettative significa deludere. (Una summa di delusioni, su Rww) Ma questi fuochi d’artificio non sono il modo migliore per capire quello che succede. Bisogna anche ammettere che, guardando almeno il video della presentazione dell’iPad, Steve Jobs non era al massimo della forma. E che l’unico...

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Free Twitter Riders

Secondo uno studio di Mikolaj Jan Piskorski, di Harvard, su 300mila utenti di Twitter, più della metà pubblicava un micropost meno che ogni 74 giorni. Si scopre anche che il 10% degli utenti di Twitter che scrive più spesso è responsabile del 90% di tutti i micropost pubblicati. (Economist) E’ una proporzione simile a quella che Bernardo Huberman aveva scoperto tempo fa sugli utenti di Kazaa: il 10% degli utenti metteva a disposizione il 90% della musica che si trovava con quel software peer-to-peer. Quelli che usavano la musica messa a disposizione degli altri senza condividere la...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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