La visione scientifica dell’universo sembra mappare una realtà senza offrire una risposta di significato paragonabile alle tradizioni religiose, filosofiche, politiche. E in un certo senso è vero. Ma secondo David Christian (che su Edge con un pensiero densissimo, da storico) non è del tutto vero. Anzi.
In realtà, la sua suggestiva idea è che siamo in una fase storica in cui stiamo costruendo una nuova narrazione. Che questa volta non si concentra sulle varie visioni del mondo tribali tradizionali ma su una narrazione globale, che riguarda l’umanità.
If I’m right that there is a rich story here within science, then the idea that science, too, is telling a story, a story that has a lot to tell us about our place in space and time, should not be worrying. In this sense, science is like all philosophical traditions. It’s a mapping process. It tells you where you are in space and time, and that mapping process, which is present in all origin stories is powerful and meaningful because it tells you who you are, and where you are. By doing that, it tells you what possibilities are open to us. There is an educational challenge for science to present itself as meaningful, to present itself as being as meaningful as any other great philosophical tradition, and, in addition, much more powerful because it sums over so much more information. And it’s global.
In questo senso, la narrazione scientifica è decisiva: perché proprio in questa fase storica la maggior parte dei problemi discende dal tribalismo nelle sue forme moderne. E la principale fonte di soluzioni è l’emersione di un approccio razionale, globale, umano nel senso più ampio possibile. La lettura dell’intervento di Christian vale il tempo che le si dedica (Edge).
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