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Consigli per Socialbombing

Di certo, l’idea del Socialbombing fa discutere. Si lancia una campagna e si usa la piattaforma per bombardare una persona di messaggi con il suo nome di Twitter. La persona, tipicamente una persona potente, se ne accorge di sicuro della campagna. Ma sebbene tecnicamente non sia proprio “spam”, la pratica abbassa il valore d’uso del suo account Twitter. Nessuno vorrebbe avere la casella delle notifications di Twitter intasata. E in effetti, appena nato, il socialbombing è stato fermato da Twitter, dice l’Ansa. Si può fare meglio?

Il concetto è che esiste una campagna per sostenere una causa. E che si vuole fare in modo che di quella campagna sia informato un potente che potrebbe fare qualcosa di utile. Ma perché mandargli migliaia di messaggi Twitter? Un suggerimento: se si vuole informare e non infastidire si potrebbero mandare pochi twitt ogni volta che il numero delle persone che sostengono la campagna raggiunge un certo numero (tipo, sono mille i sostenitori della campagna su questo argomento; sono duemila… e così via). I messaggi sarebbero informativi e si farebbero notare senza intasare le notifications e senza richiamare l’attenzione della piattaforma col rischio di un intervento che fermi tutto. E’ solo una proposta…: ce ne sono altre?

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  • Grazie Luca,
    si, proprio in queste ore stiamo introducendo un sistema che manda pochissime notifiche al fine di avvisare il destinatario del numero di bombing che quella missione ha generato su twitter e su facebook. Lui sarà citato e l’hashtag pure, ma senza @IDtarget. In questo modo “spariamo a salve” ma facciamo vedere quanta forza si è mossa dietro.
    L’algoritmo è già attivo…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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